La riconciliazione delle memorie che non c'è stata
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La liberazione dello spazio politico dal bipolarismo della «Guerra fredda», senza un processo di riordino mondiale, guidato politicamente, ha permesso l’emersione di potenze che vivano nell’ombra: dai fondamentalismi culturali e religiosi, ai negazionismi, alle ideologie delle diverse forme radicali di terrorismo.
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Anche le parole non mantenute hanno svolto un ruolo negativo. La lenta e incompiuta costruzione dell’Europa «potenza civile» è una parola non mantenuta. O non del tutto mantenuta. E le parole non mantenute retroagiscono negativamente nei sentimenti collettivi e negli interessi politici. Privi di prospettiva, i racconti della realtà retrocedono ai linguaggi (divenuti illusori) precedenti. Non solo non si supera positivamente il passato, ma in certo modo vi si ritorna.
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La nostra storia, fatta di memorie e di eventi drammatici che hanno attraversato il XX secolo, rimane una storia divisa. Divisivi i vecchi miti ideologici, divisivi i drammi, divise le memorie che ancora esercitano, nel loro mancato superamento riconciliato, un inedito livello di criticità, che oggi con le guerre in Europa orientale e in Medio Oriente ripropongono in forma analoga e diversa, inedita e radicale tragedie che speravamo superate.
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