Quando i Preraffaelliti incrociano i bambini
A volte esistono incroci molto misteriosi e, per questo, insolitamente promettenti. Come quello che, una settimana dopo aver visitato la mostra dedicata ai «Preraffaelliti. Rinascimento moderno» al Museo Civico San Domenico di Forlì, mi ha portato, nel mare magnum della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, allo stand del Junior poetry festival.
A volte esistono incroci molto misteriosi e, per questo, insolitamente promettenti. Come quello che, una settimana dopo aver visitato la mostra dedicata ai «Preraffaelliti. Rinascimento moderno» al Museo Civico San Domenico di Forlì, mi ha portato, nel mare magnum della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, allo stand del Junior poetry festival. Ho seguito la presentazione dei curatori del 5o numero della rivista che dal festival è nata – il Junior poetry magazine – il cui ultimo uscito è dedicato alla poesia inglese, con un articolo, «Giocare ai sonetti. Christina Rossetti e i suoi fratelli», che ha come protagonisti i Preraffaelliti, visti dall’angolatura della poesia.
È in particolare di Christine che si parla perché sarà lei la campionessa del gioco dei bouts-rimés che in casa Rossetti andava forte e che all’arte della poesia dedicò molta della propria vita, con una raccolta di nursery rhymes di successo, pubblicata con le illustrazioni di Arthur Hughes, grande amico del noto fratello Dante Gabriel e, come lui, pittore, come impara chi va a vedere la ricchissima mostra forlivese, che dal solo catalogo di 587 pagine (Dario Cimorelli editore, Milano 2024) fa capire quanto estesa e completa sia.
Ai Preraffaelliti i nostri manuali di storia dell’arte dedicano poche striminzite pagine, mentre uno dei meriti dell’esposizione, che va a maggior vantaggio dei visitatori profani, è comprendere che se il Quattrocento e il Cinquecento italiano è diventato per noi il pilastro di tanto fascino per l’arte, molto lo si deve a questi artisti, scopritori e nuovi interpreti di tale filone pittorico, letterario e musicale.
Lo stesso si potrebbe dire per il tanto Dante portato da Rossetti padre in Inghilterra… il che ci riporta di nuovo al numero 5 del «periodico letterario per giovani poeti» di cui dicevamo, dove si parla anche di John Agard, un poeta inglese contemporaneo che ha riscritto l’Inferno dantesco per ragazzi.
Fatte le debite proporzioni, anche l’idea di portare ai più piccoli la poesia è un modo per farla uscire da quell’angolo dimenticato in cui il mondo dei più grandi l’ha posta, assieme ai Preraffaelliti e a molto altro. L’idea di un Festival di poesia per i piccoli è nata nel 2019 a Castel Maggiore, un popoloso e giovane comune della cintura bolognese, dove risiedono Grazia Gotti (fondatrice dell’Accademia Drosselmeier, storica libraia della Giannino Stoppani) e Chiara Basile (giovane libraia di Lèggere Leggére). Ha coinvolto le scuole del territorio, insegnanti, alunni, genitori e semplici simpatizzanti in numerosi eventi, tradottisi tra l’altro in numerosi eventi e laboratori.
Il modello «festival» è sopravvissuto anche nel 2020, nella prima parte del quale è stata iniziata una formazione specifica per insegnanti. Nella seconda parte, con il lockdown e la didattica a distanza imposta dalla pandemia, la poesia anche on-line ha potuto almeno dare voce ai sentimenti di bambine e bambini forzatamente chiusi in casa: una selezione delle poesie ricevute in quell’occasione è ora pubblicata nel libro Bambini al tempo del lockdown, a cura di Daniela Mazzoni (Pendragon, Bologna 2020). E il 2021 ha consentito alla kermesse di recuperare il tempo perduto, estendendosi anche oltre il periodo stretto della celebrazione ufficiale con i poeti venuti da molte parti del globo. Senza dimenticare l’anno dedicato a Dante.
Nel 2022, la 4a edizione mantiene appuntamenti lungo l’anno, vede il coinvolgimento di un liceo linguistico – quindi con giovani delle superiori –, la direzione artistica del festival al poeta francese Bernard Friot e la nascita di un Junior poetry summer camp la prima settimana di settembre.
Infine, lo scorso anno, accanto al festival, ha visto il giorno il Junior poetry magazine, 5 numeri l’anno in abbonamento o in singoli fascicoli in librerie, prodotto collettivo di Chiara Basile, Grazia Gotti, Marta Marchi, Ilaria Rigoli. Il progetto grafico di Francesca Zucchi prevede che ogni numero dialoghi con un illustratore per bambini: il primo – ormai alla sua seconda ristampa – è stato illustrato da Ilaria Faccioli. Il secondo da Sarah Mazzetti; poi è stato il turno di Jeugov e di Chiara Armellini.
Il quinto, di cui stiamo parlando qui, ha ospitato i disegni dell’inglese Jim Stoten, da poco padre, sempre affamato di sonno – ha detto lui stesso partecipando con la famiglia alla fiera di Bologna –, il che forse trapela da un paio di buffi personaggi dalle occhiaie piuttosto colorate… Ma è un’ipotesi tutta mia.
Oltre ai colori, alla parte formativa letteraria – si parla persino del Nobel Seamus Heaney! – e di tecnica più specifica della poesia, le parti dedicate al gioco non sono affatto banali e devo riconoscere che l’invito a cimentarsi in un limerick, o in un calligramma, o in un sonetto, non sono banali e in generale il tutto richiede sicuramente un adulto che accompagni i lettori più giovani.
Ma è un piacere sfogliare il magazine, non meno di quanto lo è guardarsi il catalogo dei Preraffaelliti. E condividere con i più giovani questo interesse è una sfida di qualità.
Maria Elisabetta Gandolfi