Economia italiana: quando la crisi è la norma
«Se il 2021 era stato l’anno del rimbalzo fuori dalla crisi pandemica, il 2022 avrebbe dovuto rappresentare l’anno della normalizzazione ». E invece sembra proprio che «i cigni neri» diventino la norma: lo scoppio della guerra in Ucraina ha nuovamente e repentinamente cambiato il quadro. Nel 2023 ci sono segnali positivi, come la «crescita del settore delle costruzioni», la «ripresa del turismo e, più in generale, [il] desiderio delle persone di tornare alla vita sociale di sempre». Ma ci sono anche segnali negativi, come l’aumento dei prezzi e in particolare dell’inflazione, «fenomeni che non si osservavano dagli anni Ottanta». E «un’inflazione dell’8% per un anno intero equivale alla perdita di potere d’acquisto di una mensilità» per le famiglie. Sono quindi necessari interventi di politica monetaria ma anche politiche di contrasto delle debolezze strutturali dell’Italia che, anche grazie al PNRR, potrebbero venire sanate: la fragilità idrogeologica del territorio (l’alluvione in Romagna e il cambiamento climatico in generale sono un allarme non più ignorabile) e il gravissimo declino demografico, per contrastare il quale il tempo si è fatto molto breve.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.