Sinodo italiano - Riforma della Chiesa. Povera, dialogica, umile
Sei cantieri, sei piste di lavoro che l’insieme dei teologi propone alla Chiesa italiana all’inizio del suo Cammino sinodale. «Frutto di un percorso di tre anni di riflessione del Coordinamento delle associazioni teologiche italiane (CATI)» il testo, intitolato Per una Chiesa povera, dialogica, umile. Il Coordinamento delle associazioni teologiche italiane per la riforma della Chiesa, è un «contributo a un dibattito che assume particolare rilievo nel processo sinodale che stiamo vivendo». D’altra parte – dicono i teologi – «ciò che vorremmo proporre come riforma è, infatti, più di un cambiamento incrementale, mosso cioè dalla semplice preoccupazione di far funzionare meglio quanto già esiste: suppone una coscienza collettiva, un’intenzionalità e richiede la trasformazione delle forme e il cambiamento delle strutture».
E come ribadisce lo storico Riccardo Saccenti, «sinodalità e riforma emergono come due poli» necessari al cammino di ogni Chiesa: la prima implica «una consapevolezza matura della soggettività del popolo di Dio quale realtà comunitaria unita sul fondamento del battesimo»; la seconda implica l’idea di un’«incompletezza» che a partire dal «radicamento nella Parola e nella storia fa del bisogno mai soddisfatto di esprimere la totalità dell’annuncio evangelico l’apertura al futuro, all’unità dell’incarnazione».
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