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Attualità
Attualità, 6/2022, 15/03/2022, pag. 153

Santa Sede - Immobile in Sloane Avenue: giustizia vaticana alla prova

A che punto è il maxiprocesso

Fausto Gasparroni

Per gli standard vaticani lo si può ben definire un «maxi-processo», e le sue stesse dimensioni costituiscono una sorta di «stress test» per la tenuta del sistema giudiziario d’Oltretevere. Ha impiegato 7 mesi e 2 giorni, dalla prima udienza del 27 luglio 2021 alla nona del primo marzo 2022, il processo al Tribunale vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato per uscire dalla fase delle schermaglie – e in certi momenti, delle baruffe – procedurali e avviarsi finalmente verso quella dibattimentale.

 

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Negli ultimi giorni prima che si concludesse il processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato e la compravendita del palazzo di Londra, la domanda ricorrente e inevitabile, a chi nell’arco di quasi due anni e mezzo e oltre 80 udienze aveva potuto seguire il dibattimento in aula, era: «Come finirà?».

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Fausto Gasparroni

Un po’ sparito dalle cronache, comprensibilmente, dopo l’iniziale indigestione mediatica di due anni fa, il processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato è andato avanti (cf. Regno-att. 6,2022, 153; 20,2022,618). E alla 61a udienza, il 13 giugno scorso, si è conclusa la fase istruttoria con l’ascolto in aula degli ultimi testimoni.

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È proprio quando tutti s’aspettano lo scenario dello scontro, della polemica diretta, dell’attacco frontale che papa Francesco, anche in questo da buon gesuita, dimostra invece che la sua linea – sia in campo ecclesiale sia in quello dei rapporti politici – è di tenere il più possibile i canali aperti, di perseguire i varchi e le entrature verso percorsi mediani che favoriscano comunque evoluzioni positive nei rapporti.