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Attualità
Attualità, 22/2022, 15/12/2022, pag. 723

Orizzonte internazionale

Sarah Numico (a cura di)
TEMOIGNAGE CHRETIEN

Cahier d’automne, novembre 2022.

Uno «dei paradossi [del cristianesimo], indubbiamente il più singolare, è che nelle terre e nelle culture che ha più profondamente e più a lungo impregnato, la forma religiosa e istituzionale del cristianesimo è più massicciamente messa in discussione e colpita dall’obsolescenza». Lo scrive Christine Pedotti in un interessante editoriale del dossier d’autunno di Témoignage chrétien, uscito a fine novembre e dedicato al tema «Che cristianesimo ci attende?». I dati francesi, ma non solo quelli, aggiungiamo noi, mostrano «l’inesorabile caduta di tutti i marcatori cristiani». L’effetto del COVID e le rivelazioni sugli abusi hanno accelerato la disaffezione. Secondo Pedotti, tuttavia, «se ora siamo in un mondo dove la forma religiosa cristiana è diventata marginale, la sua impronta rimane profonda e va ben oltre una colorazione culturale»; se i nostri contemporanei si sono allontanati dalla religione, «rimangono attaccati a questo paesaggio culturale ed estetico, intellettuale e morale». Tanti i percorsi possibili per un cristianesimo futuro – analizzati all’interno del dossier – ma certo è che «la crisi che stiamo attraversando è profonda». E che «si sta aprendo un cantiere enorme, per il quale servono braccia e intelligenza». Conclude Pedotti: «Non basterà aprire l’ordinazione agli uomini sposati all’interno del cattolicesimo per ritrovare l’energia vitale, la sorgente zampillante del cristianesimo, quella che fa correre i discepoli da Emmaus a Gerusalemme, “con il cuore ardente”».

YPSILON

15(2022) 5, https://bit.ly/3Pahesw.

Esiste dal 1948 in Austria il Katholische Männerbewegung Österreich (KMBÖ, Movimento cattolico austriaco degli uomini), costola tutta al maschile dell’Azione cattolica, esperienza laicale della Chiesa austriaca. Sul sito dell’associazione si legge che «lo scopo è accompagnare gli uomini in modo olistico e contribuire alla cura pastorale degli uomini e plasmarla attivamente». L’attenzione non è rivolta solo all’esperienza ecclesiale, ma anche alla «vita quotidiana degli uomini nel lavoro, nella famiglia e nel tempo libero e la partecipazione attiva alla formazione della società dallo spirito del Vangelo», con particolare attenzione «ai gruppi emarginati, ai poveri e alle persone socialmente svantaggiate». L’associazione pubblica una rivista che di sé dice: «Ypsilon – questo è il titolo – è una rivista maschile austriaca con un contenuto inconfondibile: dalla fonte della fede cristiana, presentiamo una mascolinità olistica». Con cadenza bimestrale, viene inviata a 35.000 uomini in tutta l’Austria. E sull’ultimo numero uscito in questo 2022, la copertina e l’inserto speciale sono dedicati a «ripensare l’economia». Le pagine muovono da una riflessione su modelli di sviluppo alternativi, per poi raccontare stili di conduzione imprenditoriale diversa, e giungere al tema dell’obsolescenza programmata. In questo contesto presenta l’esperienza di reti di negozi, aziende, singoli che si sono specializzati nel fare riparazioni a oggetti, mobili, elettrodomestici e quant’altro, mettendo a disposizione la loro abilità nei «reparaturcafés» e le loro competenze in workshop e corsi. La rivista ha anche un articolo sulla prostata e sulla prevenzione del relativo tumore.

EL PAIS

25.11.2022, https://bit.ly/3iLPO0h.

Sarebbe una «svolta», secondo il quotidiano laico El País, l’elezione di mons. César García Ma-

gán, ausiliare di Toledo, a segretario della Conferenza episcopale spagnola, avvenuta nella plenaria dei vescovi di fine novembre. Lo mostrerebbero le risposte date da Magán nella conferenza stampa al termine dei lavori. A una domanda relativa alla proposta di legge sul diritto di famiglia di cui si sta discutendo in Spagna e che presenta 16 diverse definizioni di famiglia, mons. Magán ha risposto: «Nel contesto di una società democratica e pluralista la Chiesa ha il diritto di proporre il modello di famiglia che il Vangelo indica, ma ciò non significa che essa condanni o escluda chiunque scelga un’altra opzione». I vescovi esprimono la posizione della Chiesa – sempre nelle parole di Magán – «rispettando le altre e chiedendo anche che sia rispettata». Commenta El País: con le sue risposte il neo-segretario si è allontanato «dalla posizione ecclesiastica conservatrice che finora ha condannato, tra l’altro, il matrimonio egualitario». Nell’articolo si segnalano distanze con il predecessore, l’arcivescovo Luis Argüello, rispetto ad altri temi, come quello dei candidati al sacerdozio o dello scandalo degli abusi della Chiesa: mentre Argüello si limitava a parlare di «denuncianti» e minimizzava la vicenda, poiché «si trattava solo di pochi piccoli casi», «García Magán ha parlato di “vittime”, ha insistito sulla necessità di non abbandonarle e ha definito la questione come “un problema sociale in cui, purtroppo e in modo deprecabile, la Chiesa è coinvolta”».

UCA NEWS

5.12.2022, https://bit.ly/3F6c1h3.

Tra le domande poste a papa Francesco nell’intervista del 22 novembre scorso concessa alla rivista dei gesuiti America, una chiedeva: «Che cosa direbbe a una donna che già lavora a servizio della Chiesa, ma che tuttavia si sente chiamata al sacerdozio?». «Come donna, non so se ridere o piangere per la risposta di papa Francesco» scrive Virginia Saldanha, teologa e giornalista di Mumbay. «Francesco sembra dire che per le donne non c’è spazio nel principio petrino», e che «devono accontentarsi» d’essere l’immagine della Chiesa, sposa di Cristo. «Che spiegazione contorta per riferire a noi donne che siamo una parte importante della Chiesa cattolica dominata però da uomini!». Se per Francesco la questione deve essere risolta «elaborando una teologia sulle donne», Saldanha contesta che, con la sua impostazione binaria, il papa sembrerebbe non aver letto i testi delle teologhe femministe degli ultimi 50 anni. Nonostante Francesco abbia iniziato ad affidare loro ruoli direttivi, «le voci delle donne continuano a essere respinte sulla base di una teologia che non è stata aggiornata per includere il pensiero delle donne». L’autrice nota anche che «le donne nella Chiesa sono state le partecipanti più entusiaste alle discussioni sinodali della base, ma la loro voce non è stata ascoltata, perché i leader maschi nella Chiesa possono scegliere quale voce far sentire». «Se il papa vuole davvero promuovere nella Chiesa una cultura dell’incontro e dell’ascolto – conclude – dovrà chiamare a raccolta le donne, non solo religiose ma anche laiche, e ascoltarle» davvero.

 

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