Accettare la modernità: nuove prospettive sul Vaticano I
Il 150o anniversario della conclusione del concilio Vaticano I – interrotto nel 1870, dopo aver approvato due soli documenti, in seguito all’inizio della guerra franco-prussiana e all’ingresso delle truppe del Regno d’Italia a Roma – ha rinnovato una produzione storiografica che, dopo la pionieristica monografia pubblicata da Roger Aubert nel 1964 e l’analitica ricostruzione compiuta da Klaus Schatz in tre volumi usciti tra il 1992 e il 1994, sembrava aver perso interesse per il tema.1 La sua rilevanza appariva infatti sbiadire di fronte alle questioni, ben più attuali per la vita della Chiesa, poste da una migliore conoscenza del Vaticano II.
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