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Attualità
Attualità, 2/2021, 15/01/2021, pag. 8

Francesco - Spiritus Domini: ministero donna

Per una Chiesa dai molti ministeri

Serena Noceti

Domenica 10 gennaio, festa liturgica del Battesimo di Gesù, papa Francesco ha firmato il motu proprio Spiritus Domini, con cui ha introdotto una piccola ma sostanziale modifica al Codice di diritto canonico: con la soppressione del termine «viri» dal can. 230 §1 ha aperto la possibilità di conferire i ministeri istituiti del lettore e dell’accolito anche alle donne.

 

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Si leva da più parti, in differenti contesti geografici, soprattutto nel contesto di esperienze di tipo sinodale come quelle che coinvolgono Amazzonia, Germania, Australia, l’appello a un rinnovamento ecclesiale profondo. Ogni interrogativo sulla forma Ecclesiae, sul modo d’essere comunità e di compiere la missione messianica, porta con sé una radicale e imprescindibile domanda su chi sia soggetto attivo del «fare Chiesa», su quali siano le dinamiche di riconoscimento e valorizzazione dei doni dello Spirito per l’edificazione della comunità.

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C’è il rischio che nelle attuali discussioni ecclesiali si confonda la struttura Sinodo con la sinodalità in quanto «nota costitutiva di tutta la vita ecclesiale». In questa prospettiva si apprezza oggi «l’emergere dello spirito e della forma di un’ecclesialità sinodale», dopo che «il concilio Vaticano II ha proposto la collegialità episcopale e Francesco è andato avanti nella sua recezione sotto la forma di una collegialità sinodale». Guardando al Concilio e alla sua recezione nelle riforme del papa relative allo svolgimento degli ultimi Sinodi dei vescovi, Rafael Luciani e Serena Noceti mostrano che per intendere questa ecclesialità sinodale occorre fare riferimento all’ecclesiologia del popolo di Dio sviluppata dal pontefice. Tuttavia non basta affermare un generico primato di uno stile se non si mettono in atto concrete modalità istituzionali che lo esprimano. Come afferma p. Hervé Legrand, si tratta di un «apprendimento» necessario e fruttuoso sia ad intra, perché attenuerà «l’identificazione della Chiesa con il clero»; sia ad extra, perché mostrerà, «di fronte al degrado attuale del dibattito politico» e informativo che la «sinodalità coltiva il rispetto» delle convinzioni di tutti e della partecipazione piena di ciascuno ai processi decisionali.