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Attualità
Attualità, 18/2021, 15/10/2021, pag. 601

Europa - Migrazioni: essere straniero

Paul Ricoeur

«Il dovere di soccorrere gli stranieri svantaggiati continuerà ad avere scarsa importanza, finché il senso dell’ospitalità universale e la dedizione a un nuovo “progetto per la pace perpetua” non avranno sovrastato, nella comprensione che abbiamo di noi stessi, la legittima soddisfazione di appartenere, a titolo di cittadini liberi, alla “nostra” comunità nazionale». Le parole conclusive di questo saggio sulla condizione di straniero, firmato da Paul Ricoeur, ne sintetizzano il contenuto, la cui attualità è ben lontana dall’esaurirsi a oltre vent’anni dalla sua prima stesura. Il percorso che il filosofo francese ci invita a seguire prende le mosse dalla distinzione fra i «membri» di ciascuna comunità nazionale e quelli che chiamiamo «stranieri», e dunque dalla domanda sulla «natura della comprensione che abbiamo di noi stessi come membri». Successivamente s’indagano, in «ordine crescente di tragicità», tre «figure reali» che lo «straniero in mezzo a noi» assume, mettendo alla prova il nostro «dovere di ospitalità»: «prima di tutto chi si fa visitatore per sua libera volontà; poi l’immigrato (…) che risiede in mezzo a noi, più o meno contro la sua volontà; e infine il rifugiato (…) che il più delle volte desidera invano di essere accolto presso di noi».

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