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Attualità
Attualità, 16/2021, 15/09/2021, pag. 505

Nonviolenza e legittima difesa

Le prudenze di Francesco e la Resistenza cattolica

Daniele Menozzi

L’indirizzo riformatore di papa Francesco ha trovato uno dei suoi momenti più incisivi nel messaggio, datato 8 dicembre 2016, per la 50^ Giornata mondiale della pace. Intitolato La nonviolenza: stile di una politica per la pace, il messaggio ha tagliato corto con la teologia della guerra giusta che ancora guidava gli orientamenti espressi dal Catechismo della Chiesa cattolica in ordine alla definizione dell’atteggiamento dei credenti verso l’uso delle armi. Ha infatti affermato che, avendo Gesù tracciato nel suo insegnamento la via della nonviolenza, essere suoi «veri discepoli oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza» (Regno-doc. 1,2017,2).

 

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Quella di «papa populista» è una critica che è stata rivolta a Francesco, soprattutto a partire da un insistente richiamo al popolo, in primo luogo sotto il profilo ecclesiologico ma con inevitabili risvolti politici, e poi anche a partire dalle sue radici latinoamericane e più nello specifico argentine. Ma su questo punto nella riflessione di papa Bergoglio si registra un progressivo approfondimento, che ha portato Francesco a superare una concezione «neutra» del termine, fino a identificare chiaramente il populismo come una strumentalizzazione della volontà popolare a scopi di potere personale.

La contrapposizione tra «popolo» e «populismo» costituisce l’esito di un percorso che si snoda nel corso dei dodici anni in cui Bergoglio ha svolto il suo servizio petrino. Ricostruirne, sia pure per sommi capi, le tappe consente di cogliere una dinamica interna al pontificato di Francesco ed eliminare un’ombra che pesa nell’interpretazione del suo esercizio del ministero papale.