D. Paolin, Anatomia di un profeta
L’originalità del testo di Paolin sta qui, nell’intreccio tra narrazione autobiografica e riscrittura del Libro del profeta. Un’operazione illecita? No, se prendiamo per valida l’indicazione di Sergio Quinzio, noto ruminante della Scrittura: «L’autore sacro – scriveva il teologo nel suo monumentale Un commento alla Bibbia – non concepisce la parola divina come una rigida formula, da interpretare letteralmente o allegoricamente, ma come un organismo vivente, dilatabile, incrementabile» (Un commento alla Bibbia, Adelphi, Milano, 1995, 29).
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.