M. Santarelli, Dustur
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Un percorso è iniziato il 24 febbraio nella biblioteca del Penale del carcere bolognese: tre incontri su «Come parlare di carcere» che si articolano utilizzando sia la narrazione di storie di vita delle persone detenute, sia il coinvolgimento e le testimonianze di altri soggetti (vittime, famigliari di persone recluse).
Tra le dense pagine di Che sapore hanno i muri balza immediatamente all’occhio uno strumento che per antonomasia il sistema carcere da sempre vuole escludere: l’utilizzo dei mezzi di comunicazione. In particolare, l’uso del registratore.
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