Attualità, 4/2016, 15/02/2016, pag. 115
Letteratura e teologia: parole e Parola nel solco di Beauchamp
La letteratura può essere il luogo in cui il fenomeno umano è storicamente indagato e restituito nella sua effettiva interezza, rispetto alle riduzioni schematiche offerte dalle teorie filosofiche e dalle nuove scienze dell’uomo? L’interrogativo sta alla base del Convegno di studio organizzato dalla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano il 23 e il 24 febbraio scorso sul tema «Parole e Parola. Letteratura e teologia». Una prima parte del convegno (cf. il resoconto di M. Neri) ha analizzato i diversi aspetti di questo focus problematico. Una seconda ha poi affrontato il tema a partire dalla sacra Scrittura, che è la restituzione letteraria – in molte forme – della prossimità del divino con le storie umane di vita. La «Scrittura è il Dio inatteso; la lettura mette la fede alla prova come la vita mette la fede alla prova»: il percorso del grande biblista francese, il gesuita Paul Beauchamp, tratteggiato da R. Vignolo nella relazione conclusiva dell’assise che qui presentiamo, costituisce un riferimento obbligato per non cadere nel «tranello del gesto frivolo del “che cosa dice a me” un testo» – ha detto nelle conclusioni P. Sequeri, preside della Facoltà – o nella tentazione di voler «inscatolare in un manuale» e una volta per tutte tutto il suo insegnamento.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.