Riforma della Chiesa: indispensabile e, ora, possibile
«Ce la farà papa Francesco?» E soprattutto: «Ce la farà la Chiesa cattolica ad accettare la logica della riforma?». La domanda, corroborata anche dagli accenti dell’ultimo discorso rivolto dal papa alla curia romana (cf. in questo numero a p. 641), costituisce la cerniera di questo Studio del mese, posto sotto il segno dell’inquietudine che lo Spirito soffia sulla Chiesa. Il testo è in tre parti. La prima, più ampia, descrive l’istanza di riforma nel tempo di papa Francesco, evidenziandone da un lato il radicamento nel concilio Vaticano II e l’agire sul piano dei processi più che delle strutture, dall’altro la «decostruzione e ricostruzione sul piano simbolico del papato e della presenza pubblica della Chiesa», attraverso lo stile feriale e di vicinanza e i segni comprensibili e interroganti. La seconda parte affronta la questione di come si riformano grandi istituzioni eterogenee come la Chiesa cattolica, insistendo sul valore centrale delle narrazioni – specie nella nostra cultura massmediatica –. La terza delinea il quadro delle riforme necessarie e possibili, puntando su Chiese locali e sinodalità e riconoscendo che è nei ministri ordinati che si coagulano possibilità e resistenze alla riforma: «Hanno il potere del cambiamento ma non ne hanno – di solito – il sogno».
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