Bologna – G. Dossetti: Povera per i poveri
Il 15 dicembre 2016 sono trascorsi vent’anni dalla morte di Giuseppe Dossetti. Per celebrare questa importante figura del Novecento italiano, si sono susseguite a Bologna molteplici iniziative e commemorazioni. Tra le più rilevanti, possiamo ricordare la pubblicazione di due volumi, un «docufilm» e una serie di conferenze.
Il 15 dicembre 2016 sono trascorsi vent’anni dalla morte di Giuseppe Dossetti. Per celebrare questa importante figura del Novecento italiano, si sono susseguite a Bologna molteplici iniziative e commemorazioni. Tra le più rilevanti, possiamo ricordare la pubblicazione di due volumi, un «docufilm» e una serie di conferenze.
I libri sono entrambi editi da Zikkaròn, piccola casa editrice nata a Monte Sole nel 2013 per iniziativa di alcuni fratelli della comunità da lui fondata, la Piccola famiglia dell’Annunziata e sono stati presentati a dicembre. Il primo è una raccolta di inediti di Dossetti sulla politica, risalenti a quando fu vicesegretario della DC,1 che, ritrovati da Roberto Villa, gettano una nuova luce sul suo ruolo nell’organizzazione del partito cattolico nel Dopoguerra e sulle motivazioni della sua fuoriuscita da esso.
Il secondo – Per la vita della città – è la ristampa della lezione magistrale sull’eucaristia e la città pronunciata da Dossetti a Bologna per la conclusione del Congresso eucaristico diocesano (1.10.1987), che oggi s’arricchisce di una prefazione di mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e di un’introduzione di Fabrizio Mandreoli.
Ispirato invece alle vicende di don Giuseppe monaco, dal 1972 in poi, quando iniziò la presenza della Piccola famiglia dell’Annunziata in Medio Oriente, è il «docufilm» di Giorgia Boldrini e Giulio Giunti intitolato Sulle tracce di Dossetti – Un racconto della Terra santa. Proiettato il 6 dicembre scorso in anteprima ai «Martedì di San Domenico», il film è una narrazione originale da parte dei due autori, laici che da alcuni anni hanno iniziato a lavorare sulla figura di Dossetti. Non l’hanno mai conosciuto di persona ma lo hanno scoperto trasferendosi a vivere a Monteveglio, dove nel 2012 hanno realizzato il primo film Sulle tracce di Dossetti – Il racconto di Monteveglio, una testimonianza collettiva di memoria viva delle vicende straordinarie del periodo montevegliese.
Nell’ambito delle iniziative «Una voce dal Novecento: Giuseppe Dossetti a vent’anni dalla morte» (11-15 dicembre) – inaugurate con una celebrazione liturgica presieduta da mons. Zuppi – va segnalata la lezione di mons. Corrado Lorefice, dal titolo «La povertà della Chiesa» presentata alla Fondazione per le scienze religiose il 14 e di prossima pubblicazione su Regno-documenti.
Nominato da papa Francesco ad arcivescovo di Palermo appena un anno fa (27.10.2015), Corrado Lorefice, 54 anni, è uno studioso dell’opera dossettiana, soprattutto sul tema della povertà.2 La sua relazione si è incentrata sugli aspetti che caratterizzano il recupero della prospettiva di una «Chiesa povera e per i poveri» del Vaticano II nel magistero di papa Francesco, recupero chiesto con efficaci gesti e parole fin dall’inizio del suo ministero petrino.
Lungi da una mera sensibilità personale o da una mania di «protagonismo populista», secondo Lorefice la predilezione di Francesco per la Chiesa dei poveri ha un humus ben preciso, che è quello conciliare: papa Bergoglio infatti «benché non possa vantare di essere “protagonista” del Concilio (…) essendone solamente “figlio”, attinge nondimeno a piene mani alla rigorosa fonte del Vaticano II».
Il vescovo di Palermo ha quindi ricostruito l’antefatto conciliare sulla Chiesa dei poveri che vide come protagonisti Lercaro e Dossetti. Si tratta in particolare del discorso del cardinale su Chiesa e povertà tenuto il 6 dicembre 1962 durante i lavori della 35a Congregazione generale, scritto con l’apporto dell’allora suo perito al Concilio, Dossetti.
Dal Concilio ad Aparecida
In quel discorso il presule bolognese chiedeva che il De ecclesia venisse scritto di nuovo a partire dal mistero del Cristo povero, e che quello della povertà della Chiesa fosse il tema di tutto il Concilio. Per Lercaro/Dossetti la povertà non rappresentava semplicemente «un» problema tra i problemi che dovevano essere affrontati dal Concilio.
Anzi, come infatti ha mostrato Lorefice, il nodo centrale dell’intero messaggio lercariano indicava «nella concreta problematica della povertà che affliggeva la stragrande maggioranza dell’umanità “il” luogo teologico obbligante e la chiave di volta della ricomprensione e del rinnovamento della Chiesa».
Quest’intervento ottenne una certa risonanza all’interno e al di fuori dell’assise conciliare, le cui tracce si trovano in Ad gentes n. 5 e in particolar modo nel n. 8,3 di Lumen gentium, che rimane in proposito il pronunciamento più significativo del Concilio, dove si chiede alla comunità cristiana di riconoscere e seguire «da povera» Cristo «nei poveri» (EV 1/306).
Tuttavia, ha sottolineato Lorefice, «papa Francesco non cita Lumen gentium 8,3», neppure in Evangelii gaudium, anche se egli mostra di averne effettivamente assimilato il contenuto più profondo. In sintonia con la visione del Concilio che animò il sentire di Lercaro e di Dossetti sulla Chiesa povera e per i poveri, il papa dimostra di averne rielaborato una convinta e creativa ricezione, attraverso una riflessione sostanziale e calata nel nostro tempo che tocca due punti di fondo: da un lato l’individuazione e la denuncia delle cause strutturali e degli stili di vita che hanno provocato le odierne povertà e iniquità; dall’altro l’indicazione dell’«opzione per i poveri», nei quali Cristo si è reso presente nella storia umana e ancora si fa riconoscere, come «categoria teologale».
Il papa che viene dall’America Latina, terra che – ha ricordato Lorefice – a partire dalla realtà storica locale ha avviato una feconda sistemazione teologica del rapporto Chiesa/povertà (teologia della liberazione), terra delle Conferenze generali dell’episcopato latinoamericano e caraibico, pone quindi oggi il tema della teologia della povertà e la questione della forma storica della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Essa – ha concluso Lorefice – non può essere che una: «La via Ecclesiae rimane sempre la via Iesu. E questa via non può essere che povera e dei poveri. E così essere la Chiesa di tutti, perché il Vangelo rimane ancor oggi la bella notizia destinata a tutti».
Maria Caterina Bombarda
1 R. Villa (a cura di), Giuseppe Dossetti, L’invenzione del partito. Vicesegretario politico della DC 1945-46 / 1950-51, Zikkaròn, Marzabotto (BO) 2016.
2 Cf. C. Lorefice, Dossetti e Lercaro. La chiesa povera e dei poveri nella prospettiva del concilio Vaticano II, Paoline, Milano 2011.