Repubblica sudafricana: razzismo
Nomusa (il nome è di fantasia), arriva dallo Zimbabwe. Ha 37 anni, due figli e ha rischiato di vedersi rimandata nel paese che ha abbandonato proprio dalle forze dell’ordine sudafricane, appartenenti a quello stato dal quale aveva sperato di trovare aiuto. È infatti una delle centinaia di migranti senza documenti che sono stati identificati e in molti casi arrestati durante i raid congiunti dell’esercito e della polizia noti come operazione Fiela: una parola che in lingua sesotho significa «ripulire» e che in questo contesto suona beffarda.
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