Attualità, 3/2015, 15/03/2015, pag. 187
K. Appel, Apprezzare la morte. Cristianesimo e nuovo umanesimo
Marcello Neri
Quando il cristianesimo pensa all’altezza delle sue Scritture è in grado di rimettere in circolo una visione dell’umano capace di riscattare le molte derive a cui il contemporaneo sembra abbandonarlo per poterlo, così, gestire con semplicità, quale mera funzione della grande macchina dell’apparato economico-mediatico che va tessendo la trama del suo incontrastato dominio.
È proprio nello snodo più subdolo di questo processo che si va a inserire l’acuta riconfigurazione del cristianesimo offerta in questo volume da K. Appel, ordinario di Teologia fondamentale presso la Facoltà teologica cattolica dell’Università di Vienna. La ragione della fede cristiana è originariamente umanistica e, quindi, votata a pensare la figura concreta della finitudine (quella della morte, appunto) come costitutiva della relazione teologale, da un lato, e della doverosa critica di civiltà che compete a ogni cristianesimo degno del suo nome, dall’altro.
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