Attualità, 18/2014, 15/10/2014, pag. 663
Benedetto XV - La Grande guerra: preghiera e diplomazia
Quale fu la posizione di Benedetto XV, il papa dell’«inutile strage», nei confronti del primo conflitto mondiale? L’analisi storica rivela quanto i cent’anni trascorsi abbiano conosciuto un’evoluzione nell’atteggiamento della Chiesa cattolica rispetto al tema della guerra e della pace, parallelamente al modificarsi profondo della guerra stessa nelle sue modalità. Nei suoi interventi il pontefice cercò di proporsi come guida morale sovranazionale, e di ottenere autorevolezza presso la comunità internazionale, utilizzando gli spazi e gli strumenti di cui disponeva: i rapporti diplomatici, l’assistenza e il soccorso prestati in diversi ambiti a tutte le vittime della guerra a prescindere dalla nazionalità e dalla confessione religiosa, e la «mobilitazione spirituale» dei cattolici attraverso la preghiera: di qui le devozioni al Sacro Cuore e a Maria Regina pacis. Sottolineò la linea di imparzialità cui la Santa Sede era tenuta ad attenersi, motivandola sia con la presenza dei cattolici nei paesi dei due fronti contrapposti, sia con l’universalità dei principi cristiani, che imponevano un’accettazione limitata e condizionata del patriottismo e del principio di nazionalità.
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