Attualità, 10/2013, 15/05/2013, pag. 310
Torino, oltre Babele
Un ironico calendario ha fatto sì che il fine settimana conclusivo del 26o Salone del libro di Torino cadesse nella festività di Pentecoste. Quell’affollarsi di visitatori negli stand, le pile di volumi, i microfoni sovrapposti delle continue presentazioni di scrittori e di testi poteva in effetti suggerire l’immagine di una Babele della parola scritta e parlata – e qualche illustre detrattore ha puntato a quest’unica faccia della kermesse, liquidandola come un’inutile chiacchiera salottiera –. Tuttavia, senza troppo forzare il paragone, il libro ha ancora la capacità d’essere un messaggio che chi frequenta il Salone, pur con motivazioni diverse le une dalle altre, ode ciascuno nella propria lingua.
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