Attualità, 10/2013, 15/05/2013, pag. 290
Madagascar - Chiese e istituzioni: Se gli ex presidenti…
D. Maggiore
La «grande isola» dell’Oceano indiano potrebbe tornare nella tempesta. In Madagascar le elezioni pensate per concludere la crisi istituzionale iniziata nel 2009 sono fissate, nel momento in cui questo articolo va in stampa, al 24 luglio. Ma sul voto pesa l’annunciata sospensione dei finanziamenti della comunità internazionale, mentre il dibattito interno si infiamma di nuovo. L’ultimo fattore di discordia è la candidatura di Andry Rajoelina, trentanovenne presidente di transizione arrivato al potere nel 2009, dopo un golpe dell’esercito contro il suo rivale Marc Ravalomanana, oggi in esilio. A gennaio Rajoelina aveva annunciato che – come il suo avversario – non si sarebbe presentato alle presidenziali. All’inizio di maggio, il ripensamento: dopo la candidatura di Lalao Ravalomanana, moglie dell’ex capo dello stato, il giovane leader ha accusato il predecessore di non rispettare i patti. Tra gli oltre 40 candidati, anche un altro ex-presidente, Didier Ratsiraka, estromesso dal potere nel 2002 da Ravalomanana.
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