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Attualità
Attualità, 20/2012, 15/11/2012, pag. 671

Italia - Architettura sacra: Sulle chiese del Concilio

C. Manenti
A 50 anni di distanza dal concilio Vaticano II è possibile fare un’analisi di quanto in campo architettonico è stato fatto fino ad oggi, per capire in che maniera il rinnovamento proposto dal Concilio sia stato interpretato e quali proposte potranno essere sviluppate per l’immediato futuro. Una riflessione sul Concilio e sui contenuti delle costituzioni dogmatiche, soprattutto in riferimento ai due temi cardine dell’ecclesiologia e dell’escatologia, risulta, infatti, essere il migliore punto di partenza per comprendere quale modalità di presenza l’edificio ecclesiale possa proporre nella realtà odierna, in un momento storico di profondi mutamenti sociali, fisici ed economici.

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C. Manenti
Percorrere con lo sguardo il profilo architettonico delle chiese costruite negli ultimi cinquant’anni, in Italia e in Europa, significa rendersi conto che riportare indietro l’orologio della storia non è possibile: il rinnovamento voluto dal concilio Vaticano II ha avuto luogo, e si è sviluppato ovunque secondo le linee dell’accoglienza della riforma liturgica e del dialogo con la contemporaneità. Tuttavia l’assenza di figure – come fu il card. Giacomo Lercaro negli anni Sessanta – o di centri di riferimento ha fatto sì che la ricerca di un linguaggio architettonico nuovo per esprimere il sacro procedesse in modo frammentato e incerto, con tentativi e ripensamenti sia riguardo la forma delle nuove chiese e complessi parrocchiali (G. Santi), sia rispetto al significato del tessuto urbanistico complessivo (C. Manenti). Una panoramica e un bilancio di quanto realizzato nel dopo-Concilio – compiuti nell’ambito delle attività del Centro studi Dies Domini «Architettura, arte, liturgia per l’uomo e la città» di Bologna – possono far apprezzare il cammino della Chiesa nella propria auto-interpretazione di luogo sacro che orienta e conferisce senso anche ai luoghi del vivere comune, e suggerire modi nuovi per raccogliere e portare avanti il testimone del rinnovamento.