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Attualità
Attualità, 20/2012, 15/11/2012, pag. 715

Cinema e letteratura - Sul dolore e sull'amore: ferite di ogni giorno. «Amour», film di M. Haneke

T. Subini
Palma d’oro di Cannes 2012, nelle sale italiane a partire dalla fine di ottobre, Amour di Michael Haneke narra, con una ferocia e una tenerezza disarmanti, del sentimento che lega Georges e Anne, due colti e raffinati professori di musica in pensione. Un giorno Anne è vittima di un ictus, le cui conseguenze il film interroga nel corso di due ore di spietata indagine. Dal 1997, quando per la prima volta partecipa al festival di Cannes con un film in concorso – Funny Games, certamente la sua opera più problematica e discussa, celebrata dieci anni dopo dallo stesso regista con un remake americano –, Haneke sottopone i propri spettatori a film di non facile fruizione, duri, per certi versi indigeribili, quanto di più distante possa esserci dalla logica consumistica dell’entertainment cinematografico tradizionale. Quello di Haneke è un cinema votato alla messa in scena della contraddizione umana, della crisi, del limite, della violenza, pienamente cosciente delle proprie «responsabilità» nei confronti dello spettatore.

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