Attualità, 20/2011, 15/11/2011, pag. 704
Tibet - Buddhismo: il suicidio dei monaci
Auto-immolarsi dandosi fuoco è la forma estrema di protesta, che con frequenza crescente negli ultimi mesi i monaci tibetani hanno scelto per reagire alla politica repressiva della Cina nei confronti del Tibet occupato. Dal 10 marzo 2011, 52° anniversariodella ribellione tibetana e 3° dei moti anticinesi del 2008, nove monaci e una monaca buddhisti – la maggior parte dei quali sotto i 20 anni – hanno tentato di suicidarsi dandosi fuoco, al grido di: «Non c’è libertà religiosa in Tibet!». Non tutti sono morti. Si tratta di un gesto estremo ed estraneo alla cultura tibetana e al buddhismo da essi professato. Balza viceversa agli occhi l’analogia e la concomitanza temporale con il gesto di Mohammed Bu’azizi in Tunisia, nel dicembre 2010, che ha dato avvio alle rivolte arabe. Il primo caso tibetano risale al 2009.
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