Attualità, 20/2011, 15/11/2011, pag. 670
Palermo - Colloquio interreligioso: religioni per la pace
M. Naro
Il dialogo interreligioso, che in tanti vogliamo promuovere, può sembrare tutto e il contrario di tutto. Questo carattere controverso conferisce al dialogo interreligioso la radicalità dell’evento. E gli vieta la sicumera dell’ovvietà. Ecco perché già Paolo VI, nella sua prima enciclica (l’Ecclesiam suam del 1964), parlava con realismo di un dialogo tra i credenti delle varie religioni (sul piano degli «ideali (...) comuni nel campo della libertà religiosa, della fratellanza umana, della buona cultura, della beneficenza sociale e dell’ordine civile» n. 112, EV 2/205) umilmente e semplicemente «possibile». Un tale dialogo è, secondo Paolo VI, prerogativa e compito delle religioni, ma resta condizionato dalla risposta che di volta in volta incontra. Per questo motivo è ineludibile per tutti gli uomini di buona volontà e per chi crede nel vero Dio, e rappresenta la loro vocazione nella storia; eppure proprio lì, dentro la storia, questo necessario e anzi doveroso dialogo rimane – soltanto – possibile.
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