Attualità, 8/2010, 15/04/2010, pag. 287
«Credo perché mi sento amata». Divagazione sulla fede da un libretto di Armando Drago
Nulla oggi è così arduo come dire «io credo in Dio» e darne ragione in parole comprensibili a chi ascolta. Io mi esercito a farlo a modo del giornalista che non porta pena, ma non trovo le parole giuste e sto attento a ogni altro tentativo. Per questo motivo ho letto fino in fondo un libretto senza pretese e senza referenze intitolato Credo in Dio perché è il più bravo (scritto da Armando Drago e appena pubblicato dalle EDB, Bologna 2010, pp. 168, € 12) e me ne è venuto un qualche guadagno ai fini di quella ricerca. Sono 765 risposte alla domanda: «Perché credi in Dio e nell’altra vita? » che l’autore ha rivolto – con la distribuzione di migliaia di foglietti – a chiunque gli capitasse a tiro, piccoli e grandi, noti e sconosciuti. Alcuni atei tranquilli, altri musulmani e buddhisti. Chi della Campania e chi del Veneto, ma per lo più toscani incontrati negli anni. Ne sono venute un migliaio di risposte, «la maggior parte di esse» è finita in questo libretto, precedute dalla narrazione godibilissima delle rispostacce che il nostro si becca da chi a tutto pensa meno che a Dio.
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