Attualità, 22/2010, 15/12/2010, pag. 781
Unione Europea - Minoranze zigane. L'uguaglianza dei cittadini
Le espulsioni in massa (tecnicamente «rimpatri umanitari ») di rom,
che quest’estate hanno portato la Francia in rotta di collisione con l’Unione Europea, sono solo uno dei casi – il più mediatizzato – in cui si coglie come i singoli paesi membro facciano ancora resistenza a recepire nella legislazione nazionale e soprattutto nella pratica il diritto comunitario, soprattutto su questo punto, particolarmente adatto a essere strumentalizzato politicamente a livello nazionale. Pure a prescindere dalla considerazione che in ciascun paese sono tuttora discriminati anche i rom che godono già dei diritti di cittadinanza, il conflitto nasce per il fatto che dal 2007 anche i rom provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria sono cittadini europei. E a oggi l’UE nelle sue diverse istituzioni è il soggetto che con maggiore determinazione ha intrapreso un progetto articolato e con una chiara scansione temporale per l’inclusione delle minoranze europee, tra cui soprattutto i rom. L’inclusione delle variegate minoranze zigane si presenta come un processo complesso e ramificato, che richiede interventi diversificati sui tre livelli regionale (Europa), nazionale e locale. Tra essi, quello nazionale appare oggi in molti stati membri il più carente. I paesi più all’avanguardia in termini di buone pratiche, sono la Svezia, la Spagna e la Gran Bretagna.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.