Attualità, 22/2010, 15/12/2010, pag. 736
Profili - Adriana Zarri: Due bocche di papaveri
In mano ho foglie verdi \ e sulla croce \ la tua risurrezione. \ E, sulla tomba, \ non mi mettete marmo freddo \ con sopra le solite bugie \ che consolano i vivi. Lasciate solo la terra \ che scriva, a primavera, \ un’epigrafe d’erba. \ E dirà \ che ho vissuto, \ che attendo. \ E scriverà il mio nome e il tuo, \ uniti come due bocche di papaveri». È la poesia lasciata in morte da Adriana Zarri (26.4.1919 –18.11.2010), figura nota e controversa di credente, teologa, saggista e poetessa. Di difficile collocazione (progressista, polemista, dissenziente), instancabile animatrice di reti amicali, rimane un riferimento non ignorabile nel postconcilio italiano.
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