Attualità, 12/2010, 15/06/2010, pag. 366
Sinodo sul Medio Oriente - Instrumentum laboris: scommessa sul futuro
La domanda di fondo che attraversava i Lineamenta dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi (Regno-doc. 3,2010,87) è ripresa nell’Instrumentum laboris. Ma più che una forma interrogativa assume quella della speranza: le comunità cristiane nell’area possono avere un futuro. L’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi («La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”. At 4,32»; Roma, 10-24.10.2010) partirà dalla costatazione: «La storia ha fatto sì che diventassimo un piccolo gregge. Ma noi con la nostra condotta, possiamo tornare a essere una presenza che conta» (n. 118). L’inquietante uccisione di mons. Luigi Padovese, morto a Iskenderun (Turchia) il 3 giugno (cf. in questo numero a p. 363) mostra con evidenza tutta la precarietà della presenza cristiana in Medio Oriente e il coraggio delle comunità registrato nell’affermazione citata. Non si esclude che quelle comunità possano morire, ma ciò significherebbe una «perdita per la Chiesa universale se il cristianesimo dovesse affievolirsi o scomparire proprio là dove è nato» (n. 19). Il richiamo insistito alla speranza, all’abbandono alla Provvidenza e la disponibilità alla persecuzione concludono il testo (nn. 120-123).
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