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Attualità
Attualità, 10/2010, 15/05/2010, pag. 315

Camorra. La lente del sociologo

D. Pizzuti
Ogni riflessione sulla camorra dopo Gomorra e le polemiche che ne sono seguite rischia di alimentare un dubbio: che si persegua una finalità mediatica. Questo triste destino sembra abbattersi su ogni lavoro editoriale che abbia per oggetto le organizzazioni criminali, la mafia, la camorra, anche se ha una veste scientifica». Sono parole di presentazione di un recente lavoro sulla criminalità organizzata in Campania secondo diverse prospettive, per marcare non solo le eterogenee finalità degli scritti sulle forme di criminalità organizzata in Italia, ma anche i generi che li caratterizzano. Al di là dell’impatto mediatico di alcune di queste produzioni, come Gomorra di Roberto Saviano, fondamentalmente si intende porre un discrimine tra opere che hanno una prevalente finalità «narrativa » (letteraria, cinematografica, televisiva ecc.) e quelle che invece si avvalgono di un linguaggio scientifico a fini analitici.

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Italia - Chiesa e camorra: l'arresto del boss. E le reazioni ambientali

D. Pizzuti
L'arresto di Michele Zagaria, boss del clan dei Casalesi, latitante da 16 anni, nascosto in un bunker tecnologicamente sofisticato nel suo stesso paese, capo di un impero economico narrato già da Roberto Saviano in Gomorra e da Rosaria Capacchione in L’oro della camorra, ed esibito con toni di esultanza nei resoconti dei telegiornali, ha riscontrato reazioni differenti nel suo ambiente. Abbiamo visto la soddisfazione delle forze di polizia che circondavano il latitante e di alcuni cittadini per la riuscita della difficile operazione, ma abbiamo anche letto e ascoltato di una certa indifferenza, ostilità e turbamento di altri cittadini che affermavano: «Non sono soddisfatto, perché per noi nulla è cambiato»; «scrivete – così si rivolge un ragazzo ai cronisti – che siamo dispiaciuti»; «era un amico che ti aiutava se avevi bisogno». Su una pagina di Facebook dedicata a Michele Zagaria dai suoi fan c’è chi inneggia al padrino di Gomorra, altri insultano le forze di polizia: «400 idioti che circondano un grande uomo», che diventa un mito.
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D. Pizzuti