Attualità, 10/2009, 15/05/2009, pag. 312
Lefebvriani - Vescovi, papa e politici. Dopo la lettera
Le gravi turbolenze comunicative della vicenda lefebvriana dentro e fuori la Chiesa (cf. Regno-att. 4,2009,76; Regno-doc. 3,2009,69) hanno portato a una condizione di stallo. La Fraternità San Pio X non ha rinunciato a nessuna delle sue posizioni critiche: attacca frontalmente i vescovi, e quelli tedeschi in particolare, colpevoli di lasciarsi strumentalizzare dallo stato e di criticarla (p. F. Schmidberger e mons. B. Fellay); ordina illecitamente 19 suddiaconi a Écône il 29 marzo, esibendo l’ordinazione come un gesto di obbedienza
a Roma (per il fatto di non averli ordinati a Zaitzkofen in
Germania) ma contro l’esplicita volontà dei vescovi locali: G.L. Müller
di Regensburg (Germania) e N. Brunner di Sion (Svizzera); nella
preghiera del Venerdì santo usa ostentatamente la vecchia preghiera
per la conversione degli ebrei e non pretende da mons. Williamson
l’immediata ritrattazione delle sue affermazioni antisemite. Si
dichiara disponibile ai colloqui con Roma, ma ricorda che «non serve
a nulla invocare il diritto per tentare di soffocare la vita della nostra
società sacerdotale».
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