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Attualità
Attualità, 16/2008, 15/09/2008, pag. 527

Ucraina - Lefebvriani: una spina per Husar

L. Pr.
Abbiamo ricevuto lettere di consenso anche da prelati delle Chiese ortodosse, da fedeli anglicani e protestanti» (cf. L’Osservatore romano, 28.3.2008): l’affermazione del card. D. Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia commissione «Ecclesia Dei» riferisce il plauso in favore del vecchio rito liturgico e all’azione della commissione. Ma mentre è facile comprendere il sostegno fornito da protestanti e anglicani in rotta con le rispettive comunità e vicini alle posizioni cattoliche più tradizionali, molto meno chiaro è il consenso da parte ortodossa. A quale collocazione e a quali interessi risponde? Un esempio di complessità viene dall’Ucraina.

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Documenti, 2025-13

Nicea: opportunità ecumenica

Card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani

«Il significato ecumenico del concilio di Nicea risiede nel rinnovamento e nell’approfondimento del suo Credo, nella rivitalizzazione di uno stile di vita sinodale all’interno delle varie Chiese e nel recupero di una data comune per la celebrazione della Pasqua». Con questa efficace sintesi il prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, card. Kurt Koch, ha concluso il testo «Il 1700° anniversario del concilio di Nicea: un’opportunità e una sfida ecumenica». Si tratta della lezione inaugurale del simposio ecumenico internazionale «Nicea e la Chiesa del terzo millennio: verso l’unità tra cattolici e ortodossi», tenutosi dal 4 al 7 giugno scorsi presso la Pontificia università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma sotto il patrocinio dello stesso Dicastero. Tutti e tre i punti sviluppati dal card. Koch meritano attenzione: il Credo di Nicea rappresenta «il più forte legame ecumenico della fede cristiana»; «una celebrazione condivisa della Pasqua testimonierebbe in modo più credibile» che la Pasqua è la festa «più importante del cristianesimo»; ma soprattutto l’anniversario di Nicea va considerato «un invito e una sfida a imparare dalla storia e ad approfondire l’idea sinodale oggi nella comunione ecumenica».

 

Attualità, 2025-2

La teologia prima e dopo Nicea

Emanuela Prinzivalli
La teologia prima e dopo Nicea Per comprendere l’origine del concilio di Nicea (325 d.C.), il suo svolgimento e il suo esito dobbiamo tenere conto di un insieme di fattori, ecclesiali e dottrinali in primo luogo, ma anche politici. Teologia del Logos e monarchianismo Partiamo da quelli ecclesiali e dottrinali. Le Chiese nell’età antica erano una indipendente dall’altra....
Documenti, 2024-13

Il vescovo di Roma

Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani

«Anche se restano da risolvere alcune questioni ecclesiologiche fondamentali… molti dialoghi riconoscono la necessità di un primato per tutta la Chiesa per promuovere l’unità dei cristiani e la missione». Il 13 giugno è stato pubblicato il documento di studio Il vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all’enciclica Ut unum sint. Il lungo e analitico testo elaborato dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani si propone come «una “raccolta dei frutti” dei recenti dialoghi ecumenici» sulla questione del ruolo del vescovo di Roma per l’unità dei cristiani, tema proposto alla discussione ecumenica da Giovanni Paolo II nel 1995 nell’enciclica Ut unum sint.

Il documento si conclude con una proposta del Dicastero, che individua i suggerimenti più significativi avanzati per un rinnovato esercizio del ministero di unità del vescovo di Roma «riconosciuto dagli uni e dagli altri» (Ut unum sint, n. 95). In particolare il processo avviato nella Chiesa cattolica per riscoprire la sinodalità nella propria vita e missione ha contribuito a evidenziarne la dimensione ecumenica: «La preparazione e la commemorazione congiunta del 1700° anniversario del primo concilio ecumenico (Nicea, 325) potrebbe fornire l’occasione per praticare questa sinodalità tra i cristiani di tutte le tradizioni».