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Attualità
Attualità, 8/2006, 15/04/2006, pag. 245

L'identità aperta. La questione antropologica tra globalizzazione, Internet e biotecnologie

A. Amato

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Leggi anche

Documenti, 2008-15

Ordinazioni di donne cattoliche. Decreto e dichiarazioni.

W. card. Levada e A. Amato, R.W. Gainer
«Per tutelare la natura e la validità del sacramento dell’ordine sacro» la Congregazione per la dottrina della fede ha decretato il 19.12.2007 (con pubblicazione su L’Osservatore romano del 30.5.2008) che «sia colui che avrà attentato il conferimento dell’ordine sacro a una donna, sia la donna che avrà attentato di ricevere l’ordine sacro» incorrono nella scomunica automatica, che vieta – ha spiegato mons. Angelo Amato ai microfoni di Radio vaticana – di prendere parte come ministro a qualunque cerimonia di culto pubblico, di celebrare o ricevere i sacramenti e di esercitare qualunque funzione ecclesiastica o di governo. Tale «pena medicinale – ha aggiunto Amato –, che invita al ravvedimento», conferma i principi generali del diritto canonico e risponde agli episodi di «cosiddette ordinazioni di donne» tenutesi recentemente in alcune diocesi degli Stati Uniti (tra cui Saint Louis, Boston e Lexington) per iniziativa dell’organizzazione autoproclamatasi «Roman Catholic Womenpriests» (Donne prete cattoliche romane). La risposta dei vescovi locali è stata in armonia con le disposizioni di Roma, con la motivazione pastorale che uomini e donne nella Chiesa godono di «pari diritti e differenti doni e ministeri».
Documenti, 2008-15

Ordinazioni di donne cattoliche. L'attentata ordinazione di una donna. Decreto della Congregazione

Congregazione per la dottrina della fede, W. card. Levada e A. Amato
«Per tutelare la natura e la validità del sacramento dell’ordine sacro» la Congregazione per la dottrina della fede ha decretato il 19.12.2007 (con pubblicazione su L’Osservatore romano del 30.5.2008) che «sia colui che avrà attentato il conferimento dell’ordine sacro a una donna, sia la donna che avrà attentato di ricevere l’ordine sacro» incorrono nella scomunica automatica, che vieta – ha spiegato mons. Angelo Amato ai microfoni di Radio vaticana – di prendere parte come ministro a qualunque cerimonia di culto pubblico, di celebrare o ricevere i sacramenti e di esercitare qualunque funzione ecclesiastica o di governo. Tale «pena medicinale – ha aggiunto Amato –, che invita al ravvedimento», conferma i principi generali del diritto canonico e risponde agli episodi di «cosiddette ordinazioni di donne» tenutesi recentemente in alcune diocesi degli Stati Uniti (tra cui Saint Louis, Boston e Lexington) per iniziativa dell’organizzazione autoproclamatasi «Roman Catholic Womenpriests» (Donne prete cattoliche romane). La risposta dei vescovi locali è stata in armonia con le disposizioni di Roma, con la motivazione pastorale che uomini e donne nella Chiesa godono di «pari diritti e differenti doni e ministeri».
Documenti, 2008-7

Un battesimo non valido. Risposte dalla congregazione per la dottrina della fede

W. card. Levada e A. Amato
Le due formule del battesimo (originariamente in inglese, qui tradotte in italiano): «Io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Redentore, e del Santificatore» e «Io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Liberatore, e del Sostenitore», provenienti «dalla cosiddetta teologia femminista per evitare di dire Padre e Figlio, ritenute parole maschiliste», sono nulle. Lo ha affermato, il 1° febbraio scorso, la Congregazione per la dottrina della fede. Le risposte ai due quesiti, infatti, attestano «implicitamente che le persone che sono state battezzate o saranno battezzate nell’avvenire con le formule in questione in realtà non sono battezzate» (così il card. U. Navarrete su L’Osservatore romano, 1.3.2008, 6). L’articolo di Antonio Miralles, comparso su L’Osservatore romano accanto alle «Risposte» della Congregazione, così le commenta: «La Chiesa non ha il diritto di cambiare ciò che Cristo stesso ha istituito. Perciò è invalido, perché non rispetta la volontà di Cristo, ogni battesimo che non contenga l’invocazione della santissima Trinità con l’espressione distinta delle tre persone con i rispettivi nomi».