Attualità, 12/2006, 15/06/2006, pag. 421
Chiesa e opinione pubblica: dopo la crisi, dentro la crisi. Il caso americano
Anche la comunicazione ecclesiale rispecchia il forte processo di istituzionalizzazione della Chiesa in atto. Un eccesso di sospetto, di sfiducia e di difesa nei confronti dei media ha spesso indotto a emulare le aziende e ad assumere esperti in pubbliche relazioni per proteggere e promuovere la reputazione dell’istituzione ecclesiastica.
Non credendo al valore interno e alla coerenza narrativa della comunicazione si pensa di poterla influenzare e usare, o attraverso una comunicazione verso l’esterno che filtra solo buone notizie, o attraverso l’uso diretto e controllato di media propri. Così facendo si perde di vista il valore reale dell’oggetto della propria comunicazione: la verità creduta e vissuta della propria fede.
C’è una parola significativa di cui la Chiesa è depositaria e c’è un’opinione pubblica generale – costituita anche di credenti – che attraverso i media chiede sia messa in gioco nello spazio comune come contributo di umanizzazione.
Il caso della Chiesa statunitense: come comunicare nella crisi di credibilità?
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