U.H.J. Körtner
Dal dicembre dello scorso anno, Il Regno ha inteso riprendere una riflessione sul concilio Vaticano II nel quarantesimo anniversario della sua conclusione. Non si tratta propriamente di un bilancio di questi quarant’anni, quanto di determinare il valore ermeneutico che l’evento conciliare conserva e, conseguentemente, di verificare la collocazione e il corso delle Chiese di oggi e di domani.
La nostra riflessione, progettata per Regno-attualità e proposta attraverso Regno-documenti, ha avuto inizio con il saggio del teologo cattolico Christoph Theobald, dedicato alla costituzione conciliare Dei verbum (Regno-att. 22,2004,782), seguito dall’intervento del card. Walter Kasper su Unitatis redintegratio (Regno-doc. 1,2005,6); quindi Peter Hünermann sulla teologia dopo la Nostra aetate (Regno-doc. 3,2005,72); il numero speciale dedicato alla scomparsa di Giovanni Paolo II e alle questioni ecclesiologiche e teologiche aperte nella Chiesa cattolica (Regno-doc. 7,2005); il card. Claudio Hummes sulla Gaudium et spes (Regno-doc. 11,2005,316); e poi il dossier dello scorso numero di attualità sull’ecclesiologia del popolo di Dio, di Giuseppe Colombo (Regno-att. 12,2005,418) Con questo intervento del teologo evangelico Körtner affrontiamo il tema del rapporto tra Chiesa e Scrittura dal versante riformato. Il saggio testimonia il cammino ecumenico compiuto e i possibili sviluppi.
Articolo, 15/07/2005, pag. 451