R. Viladesau
Scrive von Balthasar nella sua opera Gloria. La percezione della forma, che «la nostra parola iniziale si chiama bellezza». E «la bellezza è anche l’ultima parola che l’intelletto pensante può osare di pronunciare». Poiché l’uomo è immagine derivata e parola di risposta al Dio vivente, forma che non coarta lo spirito e la libertà, ma è a essi identica.
Di fronte alle immagini insostenibili dell’angoscia e dell’orrore va riproposta in forma indagativa la questione dell’estetica teologica, il rapporto fra le forme dell’arte (classica e contemporanea) e il pensiero teologico, dall’interno della riflessione teologica e, con qualche appunto, dal lato mondano. È questa un’attenzione che continua nelle pagine della nostra rivista (cf. Regno-att. 2,2004,251).
Al centro di questo itinerario è posta la croce, avvenimento assolutamente decisivo, nel quale l’uomo viene definito dalla «forma di Cristo» (Gal 4,19), là dove la bellezza di Dio si è manifestata.
Studio del mese, 15/06/2004, pag. 428