Bose-ecumenismo: incontri tra Oriente e Occidente
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Quando nel tardo pomeriggio dell’8 maggio scorso lo sguardo di tutto il mondo era puntato sulla loggia centrale della basilica di San Pietro, dopo che la fumata bianca dal comignolo della Sistina aveva annunciato l’elezione del nuovo pontefice, qualcuno nella piazza auspicava senza troppe speranze che potesse trattarsi del card. Francis Robert Prevost.
Il messaggio Pellegrini di speranza dei vescovi cattolici di Cuba per l’anno giubilare1 non è un testo di circostanza. Sviluppato in 11 punti, va oltre le riflessioni spirituali per addentrarsi nella dura realtà che il popolo cubano vive da tempo (cf. Regno-att. 10,2024,291).
Come per Óscar Romero in El Salvador, così per Enrique Angelelli in Argentina la diffusione radiofonica delle celebrazioni eucaristiche, che consentiva d’espandere le mura delle rispettive cattedrali, ha avuto un ruolo chiave nel segnare i destini delle loro vite.
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