Il viaggio apostolico di papa Francesco nel Regno del Bahrein, dal 3 al 6 novembre 2022, ha voluto incoraggiare gli oltre 3,5 milioni di cattolici della penisola arabica con la sua seconda visita nel Golfo Persico. Ma l’occasione del viaggio è stato soprattutto il primo «Forum del Bahrein per il dialogo: Est e Ovest per la coesistenza umana», organizzato dal re del Bahrein Hamad per proseguire il percorso avviato con il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, anche noto come Documento di Abu Dhabi, firmato tra papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb nel 2019.
Nel suo intervento conclusivo al Forum papa Francesco ha ribadito la necessità della libertà religiosa, mentre il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ha rivolto un appello al mondo islamico perché si impegni a superare le divisioni tra sunniti e sciiti come premessa per la pace: «Eliminiamo insieme ogni discorso di odio, provocazione e scomunica e mettiamo da parte il conflitto antico e moderno in tutte le sue forme e con tutte le sue propaggini negative. Rivolgo, con cuore amorevole per tutti, questo speciale appello ai nostri fratelli musulmani sciiti. Ribadisco che gli alti studiosi di Al-Azhar e del Consiglio musulmano degli anziani e io siamo pronti a ospitare un incontro simile con cuore aperto e mani tese, in modo da poterci sedere insieme intorno a un tavolo per mettere da parte le nostre differenze e rafforzare la nostra unità islamica».
Negli ultimi decenni il dialogo tra i responsabili delle religioni ha riguardato soprattutto il tema della pace. «Eppure vediamo i nostri giorni ancora segnati dalla piaga della guerra, da un clima di esasperati confronti… Occorre un sussulto e occorre, fratelli e sorelle, che venga da noi… Come possiamo pensare che gli uomini del nostro tempo, molti dei quali vivono come se Dio non esistesse, siano motivati a impegnarsi in un dialogo rispettoso e responsabile se le grandi religioni, che costituiscono l’anima di tante culture e tradizioni, non si impegnano attivamente per la pace?». Questa la sfida lanciata da Francesco nel suo intervento in apertura del VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, organizzato dal governo del Kazakistan nella capitale Nur-Sultan il 14 e 15 settembre, dove secondo i programmi il papa avrebbe dovuto incontrare il patriarca di Mosca Cirillo, che però non è andato. Tra i tanti interventi, anche quello del grande imam di al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ha sottolineato il ruolo delle religioni per la pace e per fermare il declino della civiltà. Mentre la Dichiarazione finale ha annunciato l’elaborazione di un Progetto per lo sviluppo del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali come piattaforma di un dialogo interreligioso globale per il 2023-2033.
Il 2 maggio l’Alto comitato per la fratellanza umana, nel pieno della pandemia da coronavirus, aveva indetto una Giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità per il 14 maggio 2020, per chiedere a Dio misericordia e pietà nel momento tragico dell’emergenza. L’iniziativa in molte parti del mondo ha avuto un’adesione notevole, anche nell’islam, grazie all’impegno del grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib.
L’Alto comitato per la fratellanza umana, presieduto dal card. Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, è stato costituito nell’agosto 2019 a pochi mesi dallo storico incontro ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, tra papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib e quindi dalla firma del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. È composto da leader religiosi, studiosi ed esponenti della cultura appartenenti al mondo cristiano, musulmano ed ebraico, che s’ispirano al documento e si dedicano a promuoverne gli ideali di pace e rispetto reciproco. Pubblichiamo l’omelia del papa alla messa del 14 maggio e il discorso diffuso dal grande imam lo stesso giorno.
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