A meno di due mesi dai fatti del 17 gennaio 2010, in cui 300 persone hanno perso la vita, «oltre un centinaio di persone sono state uccise in un raid al mattino presto, che si è verificato il 7 marzo nei villaggi Dogon Nahawa, Ratsat e Zot Foron, a circa 15 chilometri a Sud della città di Jos, in quello che sembra essere un attacco di rappresaglia». Così ha dichiarato all’agenzia Fides (13.3.2010) l’arcivescovo di Jos, mons. Ignatius Kaigama.
I timori sono diventati certezze: la legge sui culti «diversi da quello musulmano» approvata nel 2006 e resa operativa nel 2007 (cf. Regno-att. 14,2007,487) si sta rivelando una vera e propria forma di repressione della libertà di culto che è prevista dalla Costituzione algerina.