Attualità, 2/1990, 15/01/1990, pag. 46
La teologia deve anche affrontare onestamente – in modo confessionale, performativo, autentico – gli abissi, il represso e ciò che fa paura, fosse anche Dio. E la teologia non deve essere di casa da nessuna parte, cioè non deve sentirsi troppo a suo agio in nessun luogo. È pellegrina nel tempo.
L’arte, secondo la percezione convenzionale, rende visibile l’invisibile. Per Lucrezio, ma non solo per lui, potrebbe valere che la poesia è la visibilità leggibile e udibile dell’invisibile.
Il Discorso della montagna è certamente uno dei passi più noti del Nuovo Testamento, e anche uno dei più interessanti.
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