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Attualità
Attualità, 22/1989, 15/11/1989, pag. 634

Africa-Europa: giovani lavoratori

T. P.

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Documenti, 2025-13

Lo Spirito, la Chiesa e il mondo

Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Federazione luterana mondiale e la Chiesa ortodossa

In occasione del 1700° anniversario del concilio di Nicea e in preparazione alla domenica di Pentecoste, la Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Federazione luterana mondiale e la Chiesa ortodossa (Patriarcato Ecumenico) il 6 giugno ha pubblicato una Dichiarazione comune sullo Spirito Santo, la Chiesa e il mondo. Il testo offre una riflessione comune sul ruolo dello Spirito nella creazione, nella liturgia e nella missione della Chiesa nel mondo odierno e fa seguito alla Dichiarazione congiunta sul «Filioque» del 2024 (cf. riquadro a p. 412). Il testo si apre con un’affermazione della presenza vivificante dello Spirito Santo nella creazione e nella redenzione; invita a un rinnovato rapporto tra l’umanità e il mondo naturale; sottolinea il ruolo fondamentale dello Spirito nella proclamazione del Vangelo e nel sostegno della testimonianza della Chiesa attraverso la Parola e il sacramento; incoraggia una riflessione trinitaria più profonda; raccomanda «a tutte le Chiese luterane… di iniziare a utilizzare traduzioni del Credo niceno basate sulla formulazione originale greca, senza il Filioque». Quanto a fenomeni come visioni, sogni e avvenimenti miracolosi come le guarigioni, collegati da alcune confessioni cristiane allo Spirito, «luterani e ortodossi concordano sul fatto che richiedono cautela e un rigoroso discernimento per far sì che questi eventi favoriscano l’opera di costruzione della comunità cristiana da parte dello Spirito Santo».

Documenti, 2025-1

Terra santa: il tempo del dialogo

Card. Pierbattista Pizzaballa OFM, patriarca latino di Gerusalemme

 «L’attuale grave crisi… non solo ha distrutto in poco tempo le fragili prospettive di pace e di fiducia, ma ha anche cancellato anni di dialogo interreligioso e di faticosa costruzione di relazioni tra diverse comunità religiose e sociali». Una delle vittime della guerra seguita agli attacchi terroristici del 7 ottobre è stato il dialogo interreligioso: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa OFM, nel suo intervento alla conferenza stampa «Una conflagrazione in Medio Oriente: la situazione dei cristiani in Terra santa», nel corso dell’Assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca il 25 settembre 2024 a Fulda.

Per ricostruire le relazioni distrutte il card. Pizzaballa ha richiamato alla necessità di un «linguaggio non esclusivo» («Non è forse questo, in ultima analisi, il più grande contributo della Chiesa nella nostra situazione, ossia fornire un linguaggio che possa creare un nuovo mondo che non è ancora visibile ma è all’orizzonte?»); di ritrovare la voce come leader religiosi («c’è una grande assenza in questa guerra: la parola dei leader religiosi locali»); e di «moltiplicare i gesti di fraternità, pace, accoglienza, perdono e riconciliazione».

Documenti, 2024-15

Israele: popolo, terra e Stato

John T. Pawlikowski OSM

La tradizione ebraica della terra, che nella storia lega indissolubilmente il popolo di Israele alla Terra promessa, sta alla base della fondazione dello Stato di Israele, ma rimane anche un fondamento della comprensione della fede cristiana.

In questo saggio, che reagisce a una conferenza tenuta dal gesuita David M. Neuhaus e pubblicata su La Civiltà cattolica (cf. nota 1), il teologo John T. Pawlikowski ripercorre a grandi linee lo sviluppo delle relazioni ebraico-cristiane riguardo alla tradizione ebraica della terra e alla sua permanente eredità nella tradizione cristiana.

E conclude che resta ora da approfondire una «teologia dell’appartenenza» che cerchi «nelle rispettive tradizioni religiose i testi che fondano la presenza dell’altro sulla stessa terra».

John T. Pawlikowski, religioso servita, è stato docente di Etica sociale alla Catholic Theological Union di Chicago, dove ha diretto per molti anni il programma per gli studi ebraico-cattolici. È stato inoltre presidente del Consiglio internazionale di cristiani ed ebrei (ICCJ).