Il 25 settembre scorso, all’interno della sontuosa cornice di Casina Pio IV, si è svolto il convegno «Il cinema nel pontificato globale di Pio XII. Le nuove fonti degli archivi vaticani». Il titolo di questa intensa giornata di studi lascia intuire come tutti i relatori abbiano cercato d’indagare, pur attraverso approcci disciplinari differenti, la forte componente mediale che ha caratterizzato il lungo pontificato pacelliano.
In occasione del 1700° anniversario del concilio di Nicea e in preparazione alla domenica di Pentecoste, la Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Federazione luterana mondiale e la Chiesa ortodossa (Patriarcato Ecumenico) il 6 giugno ha pubblicato una Dichiarazione comune sullo Spirito Santo, la Chiesa e il mondo. Il testo offre una riflessione comune sul ruolo dello Spirito nella creazione, nella liturgia e nella missione della Chiesa nel mondo odierno e fa seguito alla Dichiarazione congiunta sul «Filioque» del 2024 (cf. riquadro a p. 412). Il testo si apre con un’affermazione della presenza vivificante dello Spirito Santo nella creazione e nella redenzione; invita a un rinnovato rapporto tra l’umanità e il mondo naturale; sottolinea il ruolo fondamentale dello Spirito nella proclamazione del Vangelo e nel sostegno della testimonianza della Chiesa attraverso la Parola e il sacramento; incoraggia una riflessione trinitaria più profonda; raccomanda «a tutte le Chiese luterane… di iniziare a utilizzare traduzioni del Credo niceno basate sulla formulazione originale greca, senza il Filioque». Quanto a fenomeni come visioni, sogni e avvenimenti miracolosi come le guarigioni, collegati da alcune confessioni cristiane allo Spirito, «luterani e ortodossi concordano sul fatto che richiedono cautela e un rigoroso discernimento per far sì che questi eventi favoriscano l’opera di costruzione della comunità cristiana da parte dello Spirito Santo».
«L’attuale grave crisi… non solo ha distrutto in poco tempo le fragili prospettive di pace e di fiducia, ma ha anche cancellato anni di dialogo interreligioso e di faticosa costruzione di relazioni tra diverse comunità religiose e sociali». Una delle vittime della guerra seguita agli attacchi terroristici del 7 ottobre è stato il dialogo interreligioso: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa OFM, nel suo intervento alla conferenza stampa «Una conflagrazione in Medio Oriente: la situazione dei cristiani in Terra santa», nel corso dell’Assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca il 25 settembre 2024 a Fulda.
Per ricostruire le relazioni distrutte il card. Pizzaballa ha richiamato alla necessità di un «linguaggio non esclusivo» («Non è forse questo, in ultima analisi, il più grande contributo della Chiesa nella nostra situazione, ossia fornire un linguaggio che possa creare un nuovo mondo che non è ancora visibile ma è all’orizzonte?»); di ritrovare la voce come leader religiosi («c’è una grande assenza in questa guerra: la parola dei leader religiosi locali»); e di «moltiplicare i gesti di fraternità, pace, accoglienza, perdono e riconciliazione».
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