La Chiesa evangelica in Germania (EKD) e la Conferenza episcopale tedesca il 29 gennaio hanno pubblicato una Dichiarazione congiunta del Commissariato dei vescovi tedeschi - Ufficio cattolico di Berlino - e del Plenipotenziario del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania presso la Repubblica federale di Germania e l’Unione Europea sul progetto di legge per limitare l’afflusso illegale di cittadini di paesi terzi in Germania. In essa criticano il progetto di legge per limitare l’afflusso illegale di cittadini di paesi terzi in Germania, dopo che una mozione dei conservatori di Friederich Merz per chiedere all’esecutivo norme più severe sui respingimenti aveva raccolto il sostegno del partito di ultradestra Alternative für Deutschland (AfD) e scatenato un terremoto politico (il progetto è poi stato respinto dal Parlamento federale il 31). Nella loro dichiarazione le due Chiese cristiane sottolineano che le misure proposte non contribuiscono a risolvere le sfide della politica migratoria e sollevano, dal punto di vista delle Chiese, questioni legali ed etiche. La dichiarazione è a favore di una politica migratoria responsabile che sostenga i principi dei diritti umani e consenta l’integrazione sociale. Pochi giorni dopo, l’11 febbraio, gli episcopati cattolico ed evangelico, insieme all’Associazione delle Chiese cristiane in Germania, hanno pubblicato un Appello congiunto dei Presidenti delle Chiese cristiane in Germania sull’elezione del 21° Bundestag tedesco il 23 febbraio 2025 intitolato Difendere la nostra democrazia.
Il 9 gennaio il card. Christoph Schönborn, il rabbino capo Jaron Engelmayer e il presidente della comunità religiosa islamica in Austria, Ümit Vural, hanno firmato nel Palazzo arcivescovile la Dichiarazione di Vienna. La dichiarazione sottolinea la cooperazione delle comunità religiose per promuovere la pace e la coesistenza armoniosa nella società (www.ikg-wien.at; nostra traduzione dal tedesco).
Dopo aver affrontato il tema dell’ecclesiologia e quello della comunione, la «missione» della terza fase del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali (Chiese copta ortodossa, siro-ortodossa di Antiochia, apostolica armena, ortodossa sira malankarese, ortodossa tewahedo etiope e tewahedo eritrea) «era quella di determinare i punti di sostanziale accordo e di divergenza nelle rispettive concezioni dei sacramenti». Una missione che lo studio I sacramenti nella vita della Chiesa, rilasciato dalla Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali il 27 gennaio 2023, ha portato a termine con successo. Dopo aver analizzato uno per uno i sette sacramenti quanto all’origine storica, alla prassi attuale nelle varie Chiese coinvolte in questo dialogo e agli aspetti da approfondire, il documento conclude che esiste «un ampio consenso tra le nostre Chiese, sia a livello teologico sia per quanto riguarda la prassi dei sacramenti, pur ferme restando alcune differenze teologiche che richiedono approfondimento, in particolare per quanto concerne i ministeri del battesimo e del matrimonio» (n. 49). È quindi giunto il momento «di analizzare le opportunità di una più stretta collaborazione pastorale, innanzitutto in ambito non sacramentale, ma anche in ambito sacramentale» (n. 50).
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