A partire dal mandato di papa Francesco, che nel 2022 chiese alla Pontificia commissione per la tutela dei minori «un rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili», ha visto la luce a fine ottobre 2024 il primo Rapporto annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa per la tutela. Esso consiste in una duplice analisi: da un lato sugli obiettivi raggiunti dalle Chiese locali e dagli istituti religiosi che man mano passano da Roma per la consueta visita ad limina; dall’altro sulle procedure esistenti nella curia romana. Sono complessivamente 7 le indicazioni suggerite: un migliore accesso delle vittime alle informazioni che le riguardano (specie nei procedimenti canonici); un «approccio olistico» del concetto di vulnerabilità che porti a «risultati giuridici coerenti e uniformi in tutte le aree del globo», considerando che le Chiese locali non si trovano tutte allineate nel grado di consapevolezza del problema; «una gestione efficiente, tempestiva e rigorosa» dei casi presi in esami da diversi dicasteri di curia; «velocizzare il processo di dimissione dall’incarico» di un leader della Chiesa qualora risulti colpevole; un ulteriore sviluppo del magistero che porti alla conversione della Chiesa in tema di dignità dei minori; intendere le politiche di risarcimento come parte dell’impegno della Chiesa verso le vittime; «promuovere la professionalizzazione in materia di tutela nella Chiesa».
Sono qui davanti a voi, prima dell’inizio della liturgia, per esprimere la gratitudine della nazione francese. Gratitudine per tutti coloro che hanno salvato, aiutato e ricostruito Notre-Dame di Parigi. Gratitudine per tutti coloro che sono presenti mentre ci prepariamo a restituirla ai cattolici, a Parigi, alla Francia e al mondo intero. Sì, questa sera le campane di Notre-Dame suonano di nuovo, e tra poco l’organo si risveglierà. Una musica di speranza, familiare ai parigini, alla Francia e al mondo intero.
Smith racconta questa avventura, che riguarda non solo Buzzfeed ma un’intera generazione di siti quasi tutti scomparsi o in declino che hanno però gettato le basi dell’Internet moderno prima dell’egemonia dei social network.
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