Dal 12 al 16 aprile scorso, 274 membri dell’Opus Dei hanno preso parte al Congresso generale straordinario indetto dal prelato, mons. Fernando Ocáriz a Roma, per realizzare l’adeguamento degli statuti dell’Opera, richiesto dal papa in conformità alla lettera apostolica in forma di motu proprio Ad charisma tuendum. In quella sede si è studiata e votata «la proposta di rielaborazione dei numeri degli statuti ritenuti necessari», recita la «Cronologia dell’itinerario giuridico recente dell’Opus Dei», offerta dal sito Internet della prelatura.
Secondo una ricerca di AtlasIntel degli inizi d’aprile, la corruzione era la principale preoccupazione dei paraguaiani, in procinto di recarsi al voto il giorno 30, per eleggere presidente della Repubblica, membri del Congresso nazionale (Camera dei deputati e Senato), governatori dei 17 dipartimenti.1
La «“dottrina della scoperta” non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica». Questa perentoria affermazione apre il paragrafo n. 6 della nota, diffusa il 30 marzo, firmata congiuntamente dai dicasteri per la cultura e l’educazione e per il servizio dello sviluppo umano integrale, rispettivamente guidati dai cardinali prefetti José Tolentino de Mendonça e Michael Czerny sj.
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