A
Attualità
Attualità, 10/1983, 15/05/1983, pag. 215

Suora e antinucleare

R.L.

Leggi anche

Documenti, 2025-15

Tracce per la fase attuativa

Segreteria generale del Sinodo

Il 7 luglio è stato pubblicato dalla Segreteria generale del Sinodo il documento dal titolo Tracce per la fase attuativa del Sinodo. 2025-2028. Il testo, volto a offrire un quadro di riferimento per le Chiese locali di tutto il mondo nell’attuazione del Sinodo sulla sinodalità 2021-2024 e a promuovere il dialogo che condurrà all’Assemblea ecclesiale del 2028, si articola in quattro capitoli, scanditi da indicazioni per accompagnare l’ultima fase del processo sinodale avviato da papa Franceso e rilanciato ora dal nuovo pontefice. L’ottica di sinodalità e atteggiamento comunitario è stata confermata da Leone XIV, che ha istituito due ulteriori gruppi di studio accanto ai 10 creati da Francesco per approfondire la riflessione sui temi canonici, teologici e pastorali salienti emersi nel processo sinodale. Obiettivo primario del percorso è quello di ampliare la partecipazione a quanti sono ancora ai margini del cammino sinodale, persone e gruppi di diverse identità culturali e condizioni sociali, poveri ed esclusi in primis. L’introduzione al documento del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, sottolinea il ruolo primario di una Chiesa che sappia essere «segno e strumento di unità» in questo «mondo che si avvita in una spirale di violenza e di guerra senza fine, che fa sempre più fatica a costruire occasioni di incontro e di dialogo, in vista del bene comune e della pace». La Segreteria generale del Sinodo manterrà un ruolo centrale di ascolto e accompagnamento, animando il dialogo e lo scambio tra le Chiese. Elencando le future tappe del cammino sinodale, viene annunciato il giubileo delle équipe sinodali, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2025.

 

Documenti, 2025-15

Rimettere il debito ecologico

Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale

Con la nota tematica Giubileo 2025: remissione del debito ecologico, pubblicata il 24 giugno dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Santa Sede ha nuovamente chiesto che sia cancellato il debito estero dei paesi più poveri. Infatti mentre il debito ecologico è causato soprattutto dai paesi industrializzati, i costi del consumo eccessivo di risorse naturali rappresentano un pesante fardello per le generazioni future e per il pianeta, che grava eccessivamente sui paesi più poveri e ne limita lo sviluppo non solo economico, ma anche umano: in definitiva il debito estero dei paesi poveri e il debito ecologico di quelli dei paesi ricchi sono due facce della stessa medaglia. «Proprio questo squilibrio ha portato molti a ritenere che i paesi in via di sviluppo vantino, nei confronti dei paesi più industrializzati, un vero e proprio credito ecologico, che dovrebbe almeno in parte compensare il debito finanziario da cui sono gravati».

Il documento viene pubblicato a metà dell’anno santo 2025 e riprende una delle tradizioni più antiche di questi «anni giubilari» ecclesiastici: la cancellazione del debito dei paesi più poveri. La richiesta era già stata formulata nella bolla d’indizione emanata da papa Francesco Spes non confundit del maggio 2024 e nel messaggio per la giornata mondiale della pace 2025. Secondo il nuovo documento, non si tratta di un gesto di solidarietà o di generosità, ma di giustizia da ristabilire. Tali iniziative non mirano a penalizzare i paesi più ricchi, ma a costruire una «nuova alleanza tra i popoli», per la quale le Chiese devono lavorare.

Documenti, 2025-13

Nicea: opportunità ecumenica

Card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani

«Il significato ecumenico del concilio di Nicea risiede nel rinnovamento e nell’approfondimento del suo Credo, nella rivitalizzazione di uno stile di vita sinodale all’interno delle varie Chiese e nel recupero di una data comune per la celebrazione della Pasqua». Con questa efficace sintesi il prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, card. Kurt Koch, ha concluso il testo «Il 1700° anniversario del concilio di Nicea: un’opportunità e una sfida ecumenica». Si tratta della lezione inaugurale del simposio ecumenico internazionale «Nicea e la Chiesa del terzo millennio: verso l’unità tra cattolici e ortodossi», tenutosi dal 4 al 7 giugno scorsi presso la Pontificia università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma sotto il patrocinio dello stesso Dicastero. Tutti e tre i punti sviluppati dal card. Koch meritano attenzione: il Credo di Nicea rappresenta «il più forte legame ecumenico della fede cristiana»; «una celebrazione condivisa della Pasqua testimonierebbe in modo più credibile» che la Pasqua è la festa «più importante del cristianesimo»; ma soprattutto l’anniversario di Nicea va considerato «un invito e una sfida a imparare dalla storia e ad approfondire l’idea sinodale oggi nella comunione ecumenica».