In un incontro tenutosi il 27 e 28 febbraio presso la sede della Commissione dell’Unione Africana ad Addis Abeba su «Il ruolo delle comunità di fede e delle organizzazioni etiche nel promuovere la giustizia per gli africani e le persone di origine africana attraverso i risarcimenti», è stata firmata una Dichiarazione di Addis Abeba delle organizzazioni religiose, interconfessionali, etiche e scientifiche sui risarcimenti, pubblicata sul sito del Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar
Ha avuto un forte impatto nella Chiesa tedesca il Manifesto #OutInChurch. Per una Chiesa senza paura, lanciato il 25 gennaio da 125 persone che si definiscono «lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali, queer e persone non binarie… collaboratori e collaboratrici – a tempo pieno, volontari/e, potenziali, non più in attività – della Chiesa cattolica». Occorre ricordare che in Germania la Chiesa cattolica impiega circa 12.500 sacerdoti, 4.426 operatori parrocchiali e 3.244 operatori pastorali, mentre la Caritas impiega circa 700.000 persone, e il contratto di lavoro per i dipendenti della Chiesa include obblighi di fedeltà, secondo i quali gli insegnamenti di fede e di morale devono essere osservati.
«Esigiamo che si correggano le dichiarazioni dottrinali anti-umanitarie – anche in considerazione della responsabilità che la Chiesa riveste, a livello mondiale, per i diritti umani delle persone LGBTIQ+. Ed esigiamo un cambiamento del diritto del lavoro discriminatorio vigente in ambito ecclesiastico, comprese tutte le formulazioni denigratorie ed escludenti nell’ordinamento di base del ministero ecclesiastico». Numerose associazioni e organizzazioni cattoliche hanno espresso solidarietà, e anche alcuni vescovi. Nell’attuale Cammino sinodale in corso nella Chiesa tedesca si stanno discutendo anche questioni di morale sessuale.
La Federazione della stampa missionaria (FeSMi), la Conferenza degli istituti missionari in Italia (CIMI) e il Servizio unitario di animazione missionaria (SUAM) hanno reso noto il 1o luglio una dichiarazione congiunta di cui riportiamo ampi tralci (ndr).
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