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Attualità
Attualità, 20/1982, 15/10/1982, pag. 487

IOR - Ambrosiano: Banco nuovo e debiti vecchi

L.Pr.

Leggi anche

Documenti, 2023-9

Post-fascisti se antifascisti

A Cuneo per il 78° anniversario della Liberazione

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Di fronte ai tentennamenti, alle sgrammaticature, alle ambiguità di alcuni esponenti dell’attuale destra di governo e di fronte a un clima di radicalizzazione che ha coinvolto alcuni commentatori e alcuni esponenti della sinistra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Cuneo il 25 aprile per le celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ha ricordato nell’ordine: il rapporto costitutivo tra antifascismo e Resistenza e tra Resistenza e Costituzione; tra Costituzione repubblicana e forma e valori delle istituzioni democratiche; tra antifascismo, Resistenza e principi di civiltà, che furono programmaticamente conculcati e annichiliti, in nome di teorie aberranti, dal fascismo.

La rivolta morale dei resistenti – ha detto il presidente – fu un movimento patriottico per il riscatto della nazione; la guerra di liberazione dal nazifascismo riguardò in forma plurale culture e componenti diverse della società e delle istituzioni; il significato attuale della Resistenza riguarda i valori condivisi di libertà e solidarietà, evidenziando come a livello internazionale quei valori siano oggi nuovamente minacciati in Europa, con la guerra d’invasione Russa in Ucraina.

Due le affermazioni che vanno oggi a correggere atteggiamenti politici inadeguati: non si può essere post-fascisti senza essere antifascisti; la Resistenza è patrimonio di tutti, non monopolio di qualcuno.

 

Documenti, 2021-3

Per un risveglio repubblicano contro i separatismi

Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron

Dopo gli ultimi attacchi terroristici dell’ottobre scorso, con uno storico discorso tenuto il 2 ottobre nella città di Les Mureaux, comune della banlieue parigina, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha lanciato una sfida ai «separatismi» e alle derive del comunitarismo islamico, non senza elaborare un’autocritica alle politiche francesi degli ultimi decenni nei confronti dell’immigrazione, che hanno perso il polso del crescente disagio sociale tra le fasce più emarginate, e alla mancata elaborazione culturale del passato coloniale del paese.

Il capo di stato francese ha invocato un «risveglio repubblicano» fondato su «cinque pilastri»: l’ordine pubblico, il regolamento delle associazioni, la scuola, un «islam dei Lumi», un investimento sui giovani. Sono qui anticipati gli assi del progetto di legge in un primo tempo definito «contro il separatismo religioso», poi ribattezzato «a sostegno dei principi della Repubblica», che il Consiglio dei ministri ha approvato il 9 dicembre e il Parlamento inizierà ad esaminare in febbraio. Cf. anche, in questo numero a p. 116, il documento sui valori dell’islam francese, auspicato dal presidente Macron ed elaborato dal Consiglio francese del culto musulmano.

Documenti, 2006-13

La traduzione inglese del Rito della messa

Il card. F. Arinze e il presidente dell'ICEL ai vescovi degli Stati Uniti
Dopo l’approvazione da parte dei vescovi dell’Australia, dell’Inghilterra e Galles e della Scozia e una lettera da parte del card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, anche i vescovi degli Stati Uniti hanno infine approvato, nel corso dell’Assemblea tenutasi il 15 giugno a Los Angeles, la traduzione inglese curata dall’International commission for English in the liturgy (ICEL) del Messale romano nella sua terza edizione, limitatamente al Rito della messa, con qualche ulteriore richiesta di cambiamento che dovrà essere esaminata dal dicastero vaticano. Alle obiezioni principali circa l’ottemperanza della nuova traduzione al criterio conciliare di una «piena, consapevole e attiva partecipazione» dei fedeli (Sacrosanctum concilium, n. 23) il segretario dell’ICEL, mons. Arthur Roche, ha dato risposta nel discorso di presentazione del lavoro ai vescovi, offrendo una traduzione che cerca di arricchire i testi liturgici di tutte le possibili risonanze bibliche e patristiche. Sull’intera vicenda cf. anche i riquadri a p. 457 e 458.