S’intitola Sotto la croce del Sud: un cammino di fede e unità il documento della Chiesa australiana pubblicato nell’agosto scorso per commemorare la lettera pastorale On Immigration (Sull’immigrazione) che i vescovi del continente diffondevano nel 1950 e in cui esortavano i cattolici a usare «grande generosità» nei confronti degli europei sfollati che cercavano rifugio dopo la Seconda guerra mondiale.
Il II Rapporto annuale della Pontificia commissione per la tutela dei minori sulle politiche e procedure della Chiesa, pubblicato il 16 ottobre, ha come periodo di riferimento il 2024 e prende in esame le conferenze episcopali che nel corso del 2024 sono andate in visita ad limina presso la Santa Sede e quindi hanno anche incontrato la Commissione, che recentemente è stata rinnovata nei suoi vertici. È questo il caso dell’Italia, che nella valutazione della Pontificia commissione presenta alcune criticità: «La Commissione rileva una notevole resistenza culturale in Italia nell’affrontare gli abusi. I tabù culturali possono rendere difficile per le vittime/sopravvissuti-e e per le loro famiglie parlare delle proprie esperienze e denunciarle alle autorità». La motivazione è articolata in una serie dettagliata di osservazioni e raccomandazioni, sia generali sia specifiche per regioni. Il Rapporto osserva che nonostante «alcune Chiese locali siano riuscite a creare soluzioni pionieristiche e persino a instaurare proficue collaborazioni con la società civile, permangono forti disparità tra le diverse regioni». Inoltre la CEI «non dispone di un ufficio centralizzato di ricezione delle segnalazioni/denunce e di analisi, in modo tempestivo e comparativo, della corretta gestione dei casi nelle diverse regioni, al fine di promuovere lo sviluppo uniforme ed efficace di servizi inerenti alle denunce». Lo stesso 16 ottobre la CEI ha risposto con una nota (cf. in questo numero a p. 611). Pubblichiamo la sezione del Rapporto relativa alla Conferenza episcopale italiana (pp. 47-70).
L’editrice Claudiana pubblica in un volume le lezioni del Riformatore sulla creazione del mondo, precedute da una serie di contributi non solo di studiosi di diversa provenienza ecclesiale, a testimonianza di un proficuo dibattito ecumenico, ma anche di storici da anni impegnati nell’approfondire gli studi sulla Riforma.
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