Il 26 agosto, al termine di un convegno annuale che dal 2019 riunisce a Benevento i vescovi delle cosiddette «aree interne», zone del territorio italiano minacciate dallo spopolamento e dall’abbandono, i partecipanti hanno diffuso una Lettera aperta al Governo e al Parlamento, che ha già raccolto 136 firme ed è aperta a ulteriori sottoscrizioni, e che sarà consegnata all’Intergruppo parlamentare «Sviluppo Sud, isole e aree fragili». Il punto di partenza è una critica al Piano strategico nazionale delle aree interne, che è stato approvato il 9 aprile di quest’anno e sembra recepire come inevitabile per queste zone il calo demografico e lo spopolamento.
I vescovi italiani invece, poiché «in questo quadro complesso – e preoccupante! – la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale», chiedono «che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne» e sollecitano «le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel paese».
Joseph Ratzinger, diventato papa, sembrò segnare una svolta nella politica della Chiesa, anche se nel segno della continuità.
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