“Veritatis gaudium”: la teologia per tutti e la fine delle piccole circolari
La recente costituzione apostolica emanata da papa Francesco ha, fra gli altri, il merito di superare le disposizioni su cui si basava l'esclusione delle donne dai luoghi accademici istituzionali frequentati dai seminaristi. Rimane però aperta, in Italia, la questione del doppio binario degli studi teologici, su cui gravano anche gli effetti del riordino degli Istituti superiori di scienze religiose. Se ne parla il 14 aprile alla giornata di studi del Coordinamento teologhe italiane (CTI).
Reca una data di dicembre, ma è uscito a fine gennaio, Veritatis gaudium, documento di alto livello magisteriale - una costituzione apostolica a firma di Francesco stesso - che supera e dunque sostituisce Sapientia christiana, del lontano 1979.
In esso, nella continuità ma anche nella novità, «con ponderata e profetica determinazione», si delinea il percorso per la formazione teologica del «Popolo di Dio [che] è pellegrino lungo i sentieri della storia in sincera e solidale compagnia con gli uomini e le donne di tutti i popoli e di tutte le culture». Riprendendo temi e toni di Evangelii gaudium si ipotizza un percorso agile e dinamico, «e in tale processo è chiamato a giocare un ruolo strategico un adeguato rinnovamento del sistema degli studi ecclesiastici. Essi, infatti, non sono solo chiamati a offrire luoghi e percorsi di formazione qualificata dei presbiteri, delle persone di vita consacrata e dei laici impegnati, ma costituiscono una sorta di provvidenziale laboratorio culturale in cui la Chiesa fa esercizio dell’interpretazione performativa della realtà che scaturisce dall’evento di Gesù Cristo e che si nutre dei doni della sapienza e della scienza di cui lo Spirito Santo arricchisce in varie forme tutto il popolo di Dio: dal sensus fidei fidelium al magistero dei pastori, dal carisma dei profeti a quello dei dottori e dei teologi» (n. 3).
Tutto il documento è ispirato da una visione carica di speranza e contemporaneamente alacre nell'impegno, per quella teologia non da museo cui più volte Francesco si è riferito, anche rivolgendosi a teologi e teologhe dell'Associazione teologia italiana (ATI), qui resa attraverso quattro principi ispiratori: profondità spirituale, dialogo a tutto campo, interdisciplinarità, attivazione di “reti” fra istituzioni accademiche e di formazione di diverso tipo. Su questo si rifletterà certo a lungo, si verificheranno percorsi in atto e se ne sperimenteranno di nuovi.
La fine dei recinti formativi
Ora qui mi preme sottolineare un aspetto. Non è certo l'unico, ma per le donne è importante, di fatto e di principio: decadono con questo documento le linee applicative di Sapientia christiana – ce ne sono infatti di nuove in calce alla costituzione – ma soprattutto decadono le piccole circolari, quali la Notio affiliationis theologicae del 1985 (n.207/80, Congregazione educazione cattolica), sulla quale si è preteso fondare in questi decenni l'esclusione delle donne dai luoghi accademici istituzionali nei quali siano presenti seminaristi (nel nostro Paese, gli Istituti teologici affiliati alle Facoltà).
Si trattava di un piccolo documento, nato da fantasmi evanescenti ma potenti, estraneo allo spirito dei tempi, impermeabile ai mutamenti in atto, soffocante per molti luoghi di formazione al ministero. In questi decenni in alcuni luoghi più attenti (mi riferisco alla situazione italiana, che ha anche diverse peculiarità) si sono trovate varie strategie, in qualche modo disciplinate, per iscrivere anche donne. Si potrebbe dunque obiettare che non vale la pena parlarne, trattandosi di cose così remote da non essere più attive, ma non è così. Proprio nel 2017, infatti, la circolare veniva esibita con rinnovata acribia. Mentre la Chiesa si proietta in uscita, mentre ci viene chiesto di ripensare gli spazi di presenza e formazione di tutti e tutte, mentre si tuona contro la mondanità spirituale e il clericalismo... da luoghi di studio nei quali da decenni la formazione era comune, si è tornati a chiudere i seminaristi in recinti e a non ammettere più le donne. Atto come minimo miope ‒ e anche qualcosa di più – che la felice odierna occasione lascia ormai alla purificazione della memoria e alla istituzione di nuove pratiche.
Ora la mens stessa della costituzione apostolica esclude la piccola Notio, e quand'anche ancora in qualche luogo si frapponessero ostacoli, prevede che possano venire superati:
Art. 94. Sono abrogate le leggi o le consuetudini, al presente in vigore, contrarie a questa costituzione, siano esse universali o particolari, anche se degne di specialissima e individuale menzione.
Art. 93. § 1. Sarà compito della Congregazione per l’educazione cattolica, quando col passare del tempo le circostanze lo richiederanno, proporre i cambiamenti da introdurre in questa costituzione, affinché la costituzione medesima sia di continuo adattata alle nuove esigenze delle Facoltà
Due binari per la teologia: uno in progressiva riduzione?
Si deve anche dire che l'Istruzione della Congregazione per l'educazione cattolica sugli Istituti religiosi dei scienze religiose (ISSR) del 2008, mantenendo di fatto e di principio la distinzione fra il percorso istituzionale (quello che forma ai ministeri, apre ai gradi accademici superiori e si insegna nei seminari, negli Istituti teologici affiliati e nelle Facoltà teologiche) e ISSR, confermava solo dieci anni fa anche l'esistenza di una teologia in due distinti binari e, in obliquo, avallava l'esclusione dei laici dai percorsi comuni con i candidati al presbiterato, perché delineava per i primi alcune vie (Facoltà e ISSR) che avrebbero dovuto rendere superflua la loro presenza altrove. Su questo doppio binario si erano espresse con molte riserve diverse voci, tra cui quelle di Giuseppe Angelini e di Severino Dianich.
La finalità diretta dell'operazione era tuttavia quella di garantire l'esistenza appunto degli ISSR, la cui realtà tipicamente italiana ha sullo sfondo non solo l'esclusione della teologia dalle università statali e la disciplina concordataria dell'Insegnamento della religione cattolica (IRC), ma anche la coraggiosa formazione di base avviata dalla CEI dopo il Concilio. Adesso anche questa modalità è in fase di pesante ristrutturazione e vede in atto l'accorpamento di molti Istituti superiori di scienze religiose, che in pratica significa la chiusura di molti di essi. Operazione questa che ha certo dei motivi, ma non è indolore, soprattutto per le zone più periferiche e per i soggetti meno tutelati, sia fra i/le docenti che fra le/gli studenti.
Verso dove? Giornata di studio
La giornata di studio che il Coordinamento teologhe italiane ha organizzato per il prossimo 14 aprile (qui il programma) dedicherà ampio spazio al tema della teologia in Italia, a partire una relazione di Milena Mariani. Data la nostra collocazione e il nostro statuto, da tempo la questione degli studi teologici era presente nei nostri interventi, e in questa ottica avevamo già previsto di trattare questo tema e avviare questo confronto: ora tutto questo si arricchisce, una volta tanto, non di problemi ma di nuove risorse.
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