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Documenti, 1/2024

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Intelligenza artificiale e pace

Messaggio per la 57a Giornata mondiale della pace

Francesco

«La dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili per valutarle prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace. Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso». Il tema di fondo del messaggio di papa Francesco per la 57a Giornata mondiale della pace (1.1.2024), che è stato pubblicato il 14 dicembre, è quello dell’intelligenza artificiale, che secondo il pontefice fa parte dei «prodotti straordinari» del «potenziale creativo» dell’intelligenza umana, a patto però di essere al servizio della dignità intrinseca dell’uomo e della promozione della giustizia e della fraternità. 

Il messaggio è intitolato Intelligenza artificiale e pace, e indica la «necessità di un dialogo interdisciplinare finalizzato a uno sviluppo etico degli algoritmi – l’algor-etica – in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie».

 

Intelligenza artificiale: rapporto 2023

Lorenzo Tamberi
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Fiducia supplicans

Dichiarazione sul senso pastorale delle benedizioni

Dicastero
per la dottrina della fede

Ritornando su una questione che solo poco tempo fa, nel 2021, aveva dato lo spunto per un intervento chiarificatore dell’allora Congregazione (oggi Dicastero) per la dottrina della fede, ossia la benedizione delle coppie omosessuali, l’organismo vaticano competente per le questioni dottrinali ha inteso ulteriormente chiarire quella risposta con la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni, pubblicata il 18 dicembre. Per fare questo, volendo evitare «il pericolo che un gesto pastorale, così amato e diffuso, sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione», si offre un approfondimento teologico-pastorale che dia una «comprensione più ampia delle benedizioni».

Classificando le benedizioni come atti di devozione che fanno parte della pastorale popolare e come tali consentono «maggiore spontaneità e libertà», e tenendole ben distinte dagli atti liturgici, la Dichiarazione ammette «la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso» (n. 31).

Benedire le coppie omosessuali

Daniela Sala

La dichiarazione Fiducia supplicans, pubblicata il 18 dicembre dal Dicastero per la dottrina della fede, non cambia l’insegnamento della Chiesa cattolica sulle relazioni tra persone omosessuali, tuttavia consente nuove possibilità rispetto all’esigenza di accoglierle e accompagnarle pastoralmente.

 

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Verso ottobre 2024

Segreteria generale del Sinodo

Il 12 dicembre la Segreteria generale del Sinodo ha reso noto un documento adottato al termine dell’incontro del Consiglio ordinario del Sinodo dei vescovi, il 5 dicembre. Si tratta di una lettera, inviata a tutti i vescovi, contenente le linee guida per il prosieguo del processo della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, fino alla seconda e ultima sessione, che si terrà nell’ottobre 2024.

Il percorso in questi dieci mesi si svolgerà su due binari. A livello locale le Chiese particolari, con un ruolo trainante svolto dai vescovi, sono chiamate a riflettere su «come» crescere come Chiesa sinodale, a partire dalla Relazione di sintesi (Regno-doc. 21,2023,641). Infatti «come ha ricordato il santo padre nell’approvare queste linee di lavoro, “il Sinodo è sulla sinodalità e non su questo o quel tema... L’importante è come si fa la riflessione, cioè in modo sinodale”».

Sull’altro binario, vengono avocate alla Santa Sede alcune «tematiche di grande rilevanza» emerse nella prima sessione dell’Assemblea, nell’ottobre 2023, che «richiedono di essere trattate a livello della Chiesa intera e in collaborazione con i dicasteri della curia romana». Un elenco verrà sottoposto al papa, e sui temi che egli indicherà saranno chiamati a lavorare sinodalmente esperti da tutti i continenti; al Sinodo 2024 sarà presentata una relazione sull’avanzamento dei lavori.

 

In cammino insieme come popoli dell’Asia

Documento del 50°

Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC)

Gli autori di questo documento sono i vescovi dell’Asia, riuniti a Bangkok (12-30.10.2022) in una Conferenza generale – sul modello latinoamericano – nel 50° della Federazione (Federation of Asian Bishops’ Conferences – FABC), che riunisce le loro conferenze episcopali. Il tema della Conferenza generale era «In cammino insieme come popoli dell’Asia», ed è diventato anche il titolo del documento finale, chiamato anche Documento di Bangkok e pubblicato il 15 marzo 2023.

Lo schema è, con qualche adattamento, quello del «vedere-giudicare-agire», anch’esso caro agli episcopati latinoamericani. L’icona biblica che lo ispira è il racconto reso da Matteo del viaggio compiuto dai Magi. Il risultato è un testo ampio ma non dispersivo, che consente di cogliere tutta la consapevolezza che questi vescovi hanno. Sono alla guida di una Chiesa che «può diffondere la liberante, incoraggiante e rinvigorente buona novella di Gesù Cristo soltanto se impara a rendere testimonianza di questo amore, e a offrire i suoi doni»; nella quale intendono «rispondere all’amore di Dio», amando e mettendosi al servizio del proprio prossimo, «l’affamato e l’assetato, il malato, lo straniero e il migrante, l’indigeno, l’oppresso e il bisognoso» e «camminando insieme in una Chiesa sinodale e inculturata, stringendo rapporti interculturali con le religioni, culture e società vicine, per un’Asia migliore» (n. 165).

Donne e Chiese: tra discriminazione e uguaglianza

Documento comune dei membri del Gruppo teologico del Segretariato attività ecumeniche (SAE)

«In ascolto delle Scritture e nel discernimento dei “segni dei tempi” riteniamo che, per rimanere fedeli all’Evangelo di Cristo, sia ormai improrogabile porre nella Chiesa chiari segnali di maggiore apertura affinché le donne, al pari degli uomini, abbiano un più largo accesso sia a ministeri sia a competenze decisionali». In particolare «proponiamo, anche in considerazione di alcuni precedenti nella comune tradizione, il servizio di donne quali presidenti di comunità, il conferimento a esse di altri ministeri e la pratica della loro ordinazione al diaconato».

Sono tra le affermazioni del documento Donne e Chiese: carismi e ministeri tra discriminazione e uguaglianza, elaborato dal Gruppo teologico del Segretariato attività ecumeniche (SAE) e qui pubblicato in esclusiva. Il Gruppo presenta il testo «come espressione di una ricerca teologica condivisa, animata dalla fede personale, che, sebbene confessionalmente caratterizzata, non impegna le rispettive Chiese di appartenenza» (cf. riquadro a p. 49).

Nell’ultimo decennio il Gruppo teologico del SAE, in diverse formazioni, ha studiato Il riconoscimento reciproco del battesimo (Regno-doc. 5,2005,183); Eucaristia e accoglienza reciproca (Regno-doc. 15,2008,501); Spirito Santo e Chiesa (Studi ecumenici 30[2012], 544); L’autorità nella Chiesa in prospettiva ecumenica (Regno-doc. 13,2018,434). Al tema della donna nella Chiesa era dedicato uno studio del 1988 (Regno-doc. 1,1988,48).

 

Gruppo teologico del SAE: gli autori

Il Gruppo teologico del Segretariato attività ecumeniche ha accompagnato la pubblicazione del suo ultimo documento, Donne e Chiese: carismi e ministeri tra discriminazione e uguaglianza, con una nota sugli autori del lavoro e sulla nuova composizione del Gruppo (originale in nostro possesso).

 

Agenda documenti

  5 dicembre 2023. Rapporto di Caritas Europa sull’aiuto internazionale. Il rapporto pubblicato da Caritas Europa il 5 dicembre analizza la notevole disparità tra retorica e realtà nel sostegno alle organizzazioni umanitarie locali, e rivela che solo tre dei principali donatori governativi di aiuti umanitari tracciano il flusso diretto dei loro fondi alle ONG locali, e solo...

Modelli di giustizia climatica

Markus Vogt

«Esiste un profondo conflitto tra la tutela del clima e la riduzione della povertà, perché i modelli di sviluppo economico finora conosciuti e finanziabili dipendono in larga misura dall’accesso ai combustibili fossili». E tuttavia tutela del clima e riduzione della povertà sono entrambi imperativi categorici, dal momento che «il cambiamento climatico è essenzialmente causato dall’uomo» e «da un punto di vista etico, quindi, non dovrebbe essere considerato come un destino, ma come una questione di giustizia». Nel saggio «Modelli di giustizia climatica» il teologo moralista Markus Vogt, docente di Etica sociale cristiana alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, esamina tutti gli aspetti di questo conflitto di principi e delinea le possibili soluzioni che tengano conto anche delle esigenze dei paesi in via di sviluppo. Questo momento infatti «può essere visto anche come un’opportunità per il processo di globalizzazione».

Il testo è stato scritto per una conferenza nell’ambito delle Giornate filosofiche di Bressanone presso la Scuola di filosofia e teologia di Bressanone, ed è in corso di stampa (M. Vogt, «Modelle der Klimagerechtigkeit», in J. Ernesti, M.M. Lintner, M. Moling [a cura di], Nachhaltigkeit - Theologische Perspektiven, «Brixner Theologisches Jahrbuch 14», Weger-Tyrolia, Brixen - Innsbruck 2024).

 

Modelli di giustizia climatica - Bibliografia

Amery C., 2002: Global Exit. Die Kirchen und der totale Markt, München 2002. Baer P., Athanasiou T., 2007: Frameworks & proposals. A brief, adequacy and equity-based evaluation of some prominent climate policy frameworks and proposals, commissionato dalla Heinrich Böll Foundation; https://bit.ly/3GE7B27. Baer P., Athanasiou T., Kartha S., 2007: The right to development in a climate...